Quando i Normanni arrivarono in Sicilia, essa era una delle più importanti e floride province del Mediterraneo, conquistata nell’827 da Asad ibn al-Furāt. Ma quasi trent’anni prima dello sbarco a Messina, che diede il via ufficiale alla dominazione normanna, il dominio arabo sull’Isola era già stato gravemente compromesso dalla riconquista bizantina del 1037; in quell’anno, il condottiero normanno Giorgio Maniace approda in Calabria e riesce a liberare la Sicilia dal dominio degli islamici, fino a Troina. Fu però con l’arrivo di Roberto il Guiscardo, fratello minore di Ruggero I, che la Sicilia ricadde ufficialmente nelle mani dei Cristiani. Nel 1061, dopo lo sbarco, il re insediò la sua dimora entro le mura fortificate della città di Messina, e strinse una curiosa alleanza con l’emiro musulmano che allora si trovava a capo di Siracusa, Ibn al-Thumna.
Dopo le liberazioni di Cerami e Troina, nel 1071 anche Catania cadde sotto il controllo normanno; l’anno dopo fu la volta di Palermo, vinta con l’appoggio della Marina pisana.
Con la conquista della città di Palermo, vengono fissati i termini per il nuovo regno: a Roberto il Guiscardo andrà lo status di malik, ovvero di re, mentre ai musulmani venne garantito lo status di giudici; l’alleanza con Papa Urbano secondo darà vita all’Apostolica Legazia, un’istituzione che portò la Sicilia a poter nominare direttamente i suoi vescovi; un’opportunità a dir poco straordinaria per l’epoca.
In questo periodo si venne dunque a creare un curioso Regno, dato dall’atipica fusione e convivenza pacifica tra diverse genti; fu proprio con l’arrivo dei Normanni che in Sicilia si insediarono i cosiddetti coloni gallo-italici, popolazioni provenienti dalle zone del Piemonte, della Francia e della Lombardia, che andarono ad occupare i territori degli Aleramici, in Sicilia. Gli Aleramidi erano un’importante famiglia feudale di origine franca, con cui Ruggero entrò in accordi a seguito del suo matrimonio con Adelaide del Vasto: tra le comunità gallo-italiche più importanti ricordiamo quella sbocciata a San Fratello, ma anche nelle città di Nicosia, Piazza Amerina e Sperlinga. Durante la reggenza di Adelaide, iniziata a seguito della morte di Ruggero, nel 1112 la Sicilia divenne un gran terreno demaniale a disposizione del re, con capitale a Palermo.
Il 1130 vede la salita al trono di Ruggero II di Altavilla, sotto il suo dominio prende vita una sorta di regno federale in cui popoli di diversa estrazione convivono pacificamente. Allo stesso modo, nel Regno è presente uno dei primi parlamenti moderni della storia del mondo, e viene organizzato un catasto di moderna concezione. Sotto la sua Corona, il re Ruggero II aveva annesso tutti i territori dell’Italia Meridionale e della parte nord-orientale dell’Africa su cui la Sicilia affaccia; la sua espansione massima si ebbe nel 1060, e fu proprio in questo periodo che la Sicilia conobbe un’importante periodo di abbondanza e fulgore, culturale e commerciale; fu proprio in questo periodo dunque, che nacquero molte testimonianze architettoniche di quella convivenza pacifica che radunava Cristiani e Musulmani sotto lo stesso tetto. A Cafalù venne edificato il Duomo, cattedrale-fortezza arabo-normanna del 1131, sulla cui falsa riga, nel 1174, venne costruito il Duomo di Monreale, altra imponente struttura ricavata nel tufo locale, ricca di opulenti mosaici bizantini.
L’importanza e il fulgore del potere dei normanni, si riscontra anche in alcune delle strutture che hanno caratterizzato Siracusa, in particolare l’isola di Ortigia. Sulle sue sponde, si trovano ancora evidenti testimonianze del fatto che la città venne trasformata in una roccaforte militare dagli Altavilla. Ma la presenza araba non abbandonò mai totalmente la Sicilia, almeno non fino alla prima metà del XII secolo, come testimoniano il palazzo reale della Zisa e altre strutture di origine normanna finite sotto l’etichetta dei ‘sollazzi regi’, come la Cuba Sottana o il Castello di Maredolce.
Nel 1185, il matrimonio tra Enrico VI, figlio dell’imperatore Federico Barbarossa, e Costanza d'Altavilla, figlia di Ruggero II, sancì la nascita di una nuova epoca e spianò la strada alla conquista sveva della Sicilia.
Autore | Enrica Bartalotta