Ricordo i 4 maggio di tanti anni fa…strana giornata in cui “lu ventu di la chiazza si porta li carti di la festa”(2).
La “festa di lu tridimaiu” (3) era finita lasciandosi dietro migliaia di storie, discussioni, soddisfazioni, delusioni… e la gente, che era stata in giro fino a dopo la mezzanotte per assistere a la trasuta di lu Crucifissu(4), annaspava e faticava per rientrare nella normalità.
A li Merguli(5) le giostre riposavano: sarebbero rimaste sul posto ancora per cjrca una settimana e i loro i padroni lavavano e stendevano panni su curdini improvvisate tese tra i vari carrozzoni.
La Chiesa era chiusa.
Gli operai cominciavano a smontare l’archi e lu parcu (6)…
Ma nella piazza antistante la Matrice si svolgeva l’ultimo atto della festa: la fiera .
Non era una fiera del bestiame come quella di ferragosto, né una fiera ricca e importante come quella di Rivela (7): era una strana piccola fiera in cui , tra le carte della festa svolazzanti al soffio del vento immancabile in Piazza Municipio, si potevano acquistare oggetti che sarebbe stato molto difficile trovare altrove: non c’erano che pochissime bancarelle, la maggior parte della merce era esposta direttamente a terra , sulle piastrelle della piazza, sui marciapiedi, sugli scalini di lu monumentu e di lu rralogiu (8).
Guardandosi intorno si potevano ammirare i più disparati oggetti di terracotta: quartari, lanceddri, bummula, nzira (9) e poi ancora;pignati, tagani, nzalateri. piatta, cicaruna, cicareddri…(10)e per i bambini: li bummuliddra (11) monodose in cui si potevaaffunciari(12) direttamente, pignateddri pi li pupi e friscaletta(13)… e ancora grasti (14) per tutte le esigenze.
Poi c’era lo stand di lu vardunaru (15) dove era possibile trovare tutto quello che poteva servire per le bestie da soma; seddri, vardedri, vertuli , capistra, cordi.…(16).
Poco distante, il venditore di coltelli di tutti i tipi e per tutte le esigenze: grandi, piccoli , chiudibili, con tante lame, ecc..
In piazza lu quattro di maiu si potevano comprare anche contenitori di ogni genere fatti soprattuto con canne , bambù, paglia: carteddri, panara di tutte le misure, coffi e cuffuna, cannistra…(17)
Scendendo verso la strata longa(18), poi, restavano ancora per tutta la mattinata le bancarelle di li cubaiddari(18) dove i “fuori sede” venivano immancabilmente a comprare cubaidda /cubasda, bombolò, caramela di zzuccaru, licca licca, gelatu di campagna (19) ed altre bontà del genere, da portare a casa ma anche da regalare ad amici e parenti.
Questi sono i miei lontanissimi ricordi della fiera del quattro maggio…non so se la fanno ancora, se è cambiata, se non c’è più… anche perché la maggior parte degli oggetti che mi sono venuti alla memoria ormai sono diventati oggetti da museo…
NOTE:1 Il quattro maggio – 2 I vento della piazza porta via le carte(i resti) della festa – 3 Festa del tre maggio – 4 Il Crocifisso – 5 Piazza Merli – 6 Gli archi luminosi che addobbavano le strade e il palco su cui si era svolto il concerto del 2 maggio – 7 Ribera – 8 Del monumento ai caduti e della torre dell’orologio – 9 Vari tipi di anfore in terracotta di fogge e misure diverse usate per conservare l’acqua – 10Pentole, tegami,insalatiere, piatti, tazze da latte, tazzine da caffè – 11 Piccole anfore – 12 Bere direttamente nell’anfora senza usare il bicchiere – 13 Pentoline giocattolo, fischietti – 14 Vasi da fiori – 15 Sellaio – 16 selle eleganti, selle da lavoro, bisacce,capestri. corde – 17 Alte ceste panieri, contenitori di paglia intrecciata di varie misure, canestri— 18 Letteralmente: via lunga = Via Guglielmo Marconi – 19Torrone, caramelle bombolone, caramelle di zucchero, leca lecca, torrone di zucchero