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01Le due facce turistiche dei crateri delle Eolie: Stromboli e Vulcano. Stromboli ride, Vulcano piange. Stromboli e’ in continua eruzione, Vulcano “dorme”. Stromboli e’ invasa da turisti richiamati anche dalla spettacolare eruzione, Vulcano accusa la crisi: a luglio – 30% ad agosto – 20%. Stromboli e’ piena di turisti. Sull’isola non si trova un “posto letto” neppure pagandolo a peso d’oro. Nei ristoranti, bar e ritrovi notturni bisogna fare la fila per entrare. In mare tra la sciara del fuoco, le spiagge di Piscita’, Ficogrande e soprattutto Scari sono ormeggiate in rada decine di barche a vela e yacht.

stromboli04Nella rada di Scari ancorate fanno anche bella mostra una decina di vaporetti turistici che arrivano dalla Calabria e dalla Sicilia, in attesa di riprendere i circa 5 mila vacanzieri “escursionisti” in visita sull’isola, riempiendo le piccole caratteristiche viuzze, in barba a ordinanze e divieti. Nella dirimpettaia isola di Vulcano la realta’ e’ un’altra. Il cratere e’ “addormentato” (l’ultima eruzione risale al 1888) e si trova in uno stato di quiete eruttiva. A Vulcano, escursionisti a parte (sono circa 5 mila al giorno), gli operatori turistici accusano il colpo. Antonio Tripi, direttore della Tridial, il piu’ grosso mercato alimentare di Vulcano dice: “Le vendite sono crollate di oltre il 30%, si vende solo quello che e’ in offerta o costa poco, non si cerca il prodotto di marca, ma quello che costa meno“. Giuseppe Briglia, che ha un noleggio di mezzi: “Cominciammo dal nulla, nel periodo d’oro del turismo nell’isola e investendo ogni anno gli utili abbiamo creato un noleggio di mezzi nuovi e all’avanguardia pero’ oggi il turismo e’ quasi inesistente. L’azienda deve investire migliaia di euro solo in assicurazioni per mezzi che restano fermi per settimane a anche la clientela ha cambiato il modo di spendere prima prendeva un mezzo per una settimana o un mese e l’ultima cosa che chiedeva era il prezzo, oggi prende il mezzo dopo aver per diversi minuti mercanteggiato sul prezzo del nolo e poi lo prende per poche ore, massimo per una giornata“.

Peppe Caridi