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“Stronzo, mi fai schifo”: palermitana maltratta il suo figliastro, che scappa di casa

"Sei uno stronzo, mi fai schifo. Vedrai cosa ti faccio oggi, ti rendo la vita impossibile, un inferno. Questa non è casa tua. Vattene e non tornare più". Secondo l'accusa, una palermitana di 38 anni si sarebbe rivolta così al proprio figliastro. Il processo che si sta svolgendo nel tribunale di Belluno e vede imputata la compagna del padre della piccola vittima, entra nel vivo. Ieri era il giorno della consulente della difesa. La dottoressa Sara Codognotto, psicologa forense di Padova, ha illustrato di fronte al giudice Elisabetta Scolozzi i punti neri dell'incidente probatorio in cui è stato sentito il bimbo.

I fatti sarebbero avvenuti proprio a Belluno, in Veneto. Come spiega "Il Gazzettino", il piccolo sarebbe stato umiliato e offeso al punto da scappare di casa e minacciare di buttarsi dalla finestra nel caso fosse stato costretto a ritornarci. La matrigna palermitana è accusata di "maltrattamenti a minore, ripetuti e continuati", e anche di "lesioni aggravate" per averlo scaraventato giù dalle scale. Caduta che gli provocò la frattura di un dito della mano. La donna avrebbe avuto occhi solo per il figlio naturale, al quale "l'altro figlio" non poteva avvicinarsi.

Una storia trascinatasi dal 2011 al giugno 2014.  Il nonno avrebbe raccontato in tribunale che il nipote stava talmente male in quella casa che era anche scappato. Alle cattiverie verbali si sarebbero aggiunte quelle comportamentali. Al bambino infatti gli sarebbe stato vietato di toccare il fratellino, figlio naturale della donna. Per umiliarlo lo costringeva anche a portare il pannolino del fratellino e ad annusare le mutandine che a volte sporcava.

Quanto al menu del giorno, prevedeva sempre pasta con i broccoli, non gradita, ma che se rifiutata veniva riproposta il giorno dopo. Poi c'erano i dispetti, i gestacci e gli ordini reiterati e pesanti, come il divieto a guardare la televisione o l'obbligo a pulire la casa. Lui alla fine si è ribellato e si è giunti al rinvio a giudizio con le pesanti accuse. La madre naturale della parte offesa si è costituita parte civile. La palermitana ha sempre respinto le accuse.

 

Fausto Rossi