Una recente ricerca della Washington University di St. Louis, pubblicata su Plos One, ha portato alla scoperta di nuovi siti archeologici sottomarini lungo la costa meridionale della Sicilia.
La Sicilia rappresenta una delle prime isole mediterranee ad essere stata abitata durante il Paleolitico superiore, ma molte domande sulla sua occupazione preistorica rimangono ancora senza risposta.
Questi ritrovamenti potrebbero offrire nuove informazioni sulle prime migrazioni dell’Homo sapiens verso l’isola, gettando luce su teorie già esistenti e sollevando nuove domande sulla storia delle occupazioni preistoriche in questa regione del Mediterraneo.
Il progetto internazionale “Early Occupation of Sicily” (EOS), realizzato grazie alla Soprintendenza dei Beni Culturali di Siracusa e alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, si concentra sulla comprensione dei primi insediamenti umani nell’isola, con particolare attenzione alla Sicilia sud-orientale.
L’obiettivo del team multidisciplinare, guidato dall’archeologa siciliana Ilaria Patania, da due anni presente sul territorio di Siracusa, è quello di rispondere a quesiti legati alla dispersione dell’uomo nel Mediterraneo e ai cambiamenti dei paesaggi durante il tardo Pleistocene.
Le indagini hanno combinato ricerche terrestri e subacquee, con studi sui materiali museali e sulle grotte studiate già nel secolo scorso, per ottenere una visione più completa dell’adattamento e della mobilità dei primi abitanti.
Come hanno spiegato i ricercatori sono state studiate “circa 20 grotte e rifugi rupestri, già identificati tra il 1870 e gli anni ’90, ed esaminato le collezioni dei musei oltre a raccogliere materiale grezzo per ricostruire i modelli di approvvigionamento”.
Tra i siti scoperti in passato e oggetto di nuova indagine ci sono Campolato, Pedagaggi e Corruggi, nel siracusano, utilissimi per ottenere informazioni sulle rotte migratorie, che hanno portato i primi Siciliani a colonizzare la parte meridionale dell’isola e Malta.
Per sviluppare il progetto, Ilaria Patania ha creato un gruppo di “Citizen Scientists” composto da subacquei e speleologi. Grazie ai laboratori di scienza cittadina offerti dal team EOS, con il supporto del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso, in provincia di Ragusa, il gruppo ha raccolto informazioni sugli ambienti sommersi della provincia e segnalazioni su potenziali siti, con la partecipazione anche dei diving centers di Augusta, Siracusa e Ognina, oltre a cittadini appassionati di storia e del loro territorio.
Durante l’analisi, sono emersi tre nuovi siti archeologici, di cui uno parzialmente sommerso, utili per ricostruire paleo-litorali e ambienti passati. Le scoperte potrebbero fornire preziosi dettagli sulla mobilità e le risorse sfruttate dai primi esseri umani arrivati sull’isola.
Lo studio, attraverso l’analisi dei terreni e dei coproliti, elementi che forniscono indizi sul tipo di fauna presente e permettono di comprendere cosa mangiassero e come cacciassero, restituisce informazioni più precise sulle abitudini di vita delle prime popolazioni della Sicilia.