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Studiosi catanesi riportano alla luce il muro di Hammurabi del II millennio a.C.

I ricercatori dell’Università di Catania hanno riportato alla luce il muro di Hammurabi. Il ritrovamento del secondo millennio a.C. nel sito di Tell Muhammad (Bagdad) da parte di un team guidato dal professor Nicola Laneri.

Studiosi catanesi scoprono il muro di Hammurabi

La porta monumentale nella cinta muraria, magnifici vasi e due edifici risalenti al II millennio a.C.: sono queste alcune delle scoperte più importanti degli studiosi siciliani nel sito iracheno di Tell Muhammad, nella periferia meridionale di Baghdad.

Nel 38esimo anno del suo regno, nel secondo millennio prima di Cristo, Hammurabi aggiungeva un altro pezzo al suo impero e lo consolidava, a nord di Babilonia, con un avamposto militare. Lo confermano la scoperta della porta e della cinta muraria monumentali.

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I ritrovamenti sono avvenuti nell’ambito della missione archeologica dell’Università di Catania diretta dal prof. Nicola Laneri del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’ateneo catanese, denominata “Baghdad Urban Archaeological Project”. Missione realizzata in collaborazione con lo State Board of Antiquities and Heritage dell’Iraq e grazie al supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Le ricerche e i risultati

Nel corso delle attività di scavo sono stati esposti ampi tratti della cinta muraria monumentale di quasi 6 metri di spessore (tra cui anche la porta monumentale) edificata in mattoni crudi all’epoca di Hammurabi di Babilonia (risalenti al periodo 1792-1750 a.C.).

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Hammurabi – spiega all’AGI l’archeologo Nicola Laneri – porta la capitale a Babilonia e inizia una serie di campagne militari verso sud, nord e est: è una conquista territoriale importante, anche se non si può propriamente parlare di impero. Nella fase finale del suo regno, Hammurabi conquista questi territori a nord di Babilonia“. Il sito ha già mostrato la sua importanza intorno al 1850, con i lavori del leggendario archeologo Austen Henry Layard.

“La scoperta conferma ciò che nel 1850 Sir Austin Henry Layard e successivamente (tra il 1978 e il 1985) gli archeologi dello State Board of Antiquities and Heritage avevano evidenziato grazie al ritrovamento di tavolette e iscrizioni su teste di mazza in bronzo e cioè che Hammurabi, sesto re della I dinastia di Babilonia, aveva rafforzato con avamposti militari il suo confine settentrionale nel corso delle campagne militari che lo portarono a conquistare ampia parte della Mesopotamia” aggiunge Laneri attraverso il Bollettino d’Ateneo dell’Università di Catania.

“Attraverso un programma di restauro degli edifici in mattoni crudi e di creazione di coperture e pannelli esplicativi, in collaborazione anche coi dipartimenti dell’ateneo catanese e con enti di ricerca internazionale, il sito di Tell Muhammad potrà diventare un prezioso strumento per stimolare la conoscenza di una delle epoche più importanti della storia mondiale, cioè l’Età Paleobabilonese, nel centro della capitale dell’Iraq” conclude il docente catanese.

A impreziosire la missione, la visita dell’ambasciatore italiano a Baghdad Maurizio Greganti e del Direttore dello SBAH, dott. Laith Hussein, durante la quale è stata definita una possibile strategia per rendere fruibili le aree precedentemente scavate (cioè l’area sacra sulla sommità del monticolo e il circuito di mura che lo cinge, magnifici vasi e due edifici risalenti al II millennio a.C.).

Foto © Università di Catania

Redazione