Figlio di una casalinga e di un ispettore portuale, dal ’39 al ’43, Camilleri frequenta un collegio vescovile, ma fu presso il liceo classico Empedocle di Agrigento ad ottenere il diploma di licenza superiore, nel 1943.
Inizia la sua carriera come regista teatrale nel ’42, e, successivamente, come sceneggiatore.
Nel 1944 s'iscrive alla facoltà di Lettere e al Partito Comunista Italiano e, dal 1945, inizia la sua fama di cantastorie e novellista, attraverso una serie di racconti e poesie, arrivando anche fra i finalisti del Premio Saint Vincent.
Nel 1949 viene ammesso, unico allievo regista per quell'anno, all'Accademia di Arte drammatica “Silvio d'Amico”, dove conclude gli studi nel 1952. Da allora, Camilleri si occuperà della regia di più di cento opere, soprattutto dei drammi di Pirandello. Tra il 1945 e il 1950 pubblica ulteriori racconti e poesie, alcune delle quali verranno pubblicate in un'antologia curata da Ungaretti.
In questo periodo, scrive i suoi primi racconti per riviste e per quotidiani come “L'Italia socialista” e “L'Ora” di Palermo. Rilevante, è infatti anche l’impegno politico di Camilleri, che si è fatto sempre più intenso negli ultimi anni: attraverso la sua partecipazione alla manifestazione del 2008 “No Cav. Day”, e, nel 2009, della sua entrata in politica, in prospettiva di un accordo con i "Partito dei Senza Partito" insieme ad Antonio Di Pietro e Paolo Flores d'Arcais.
Camilleri fu il primo a portare Beckett in Italia; a lui si deve la messa in scena di “Finale di partita”, nel 1958, di cui curerà anche una versione televisiva con Adolfo Celi e Renato Rascel.
A Camilleri si devono anche le rappresentazioni teatrali dei testi di Ionesco: “Il nuovo inquilino”, nel 1959 e “Le sedie”, nel 1976), di T. S. Eliot, e dei poemi di Majakovskij.
Nel 1954, Camilleri si candida a un concorso per funzionari RAI, in cui entrerà, qualche anno più tardi. Avranno molto successo gli sceneggiati “Le avventure di Laura Storm” (1965-1966), con Lauretta Masiero, e le fiction con il tenente Sheridan, protagonista Ubaldo Lay; ma anche “Le inchieste del commissario Maigret” (1964-1972), realizzazioni RAI di cui si occupò come delegato alla produzione.
Nel 1957 sposa Rosetta Dello Siesto, da cui ha avuto tre figlie e quattro nipoti.
Dal 1958 al 1965 e dal 1968 al 1970, presta la sua esperienza e i suoi insegnamenti al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma; nel 1977 gli viene affidata la cattedra di regia all'Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D'Amico”, di cui sarà titolare fino al 1997. In questo periodo, scrive su riviste italiane e straniere, come “Il dramma” e “Le thèâtre dans le monde”, e dal ’95, su l'”Almanacco letterario” – Edizione dell'Altana.
Nel 1968 cura la regia del teleromanzo Lazarillo, tratto dal romanzo “Lazarillo de Tormes”, con Paolo Carlini e Vittorio Guerrieri.
Nel 1978 esordisce nella narrativa con “Il corso delle cose”, scritto dieci anni prima. Nel 1980, pubblica con Garzanti “Un filo di fumo”, primo di una serie di romanzi ambientati nell'immaginaria cittadina di Vigata. Grazie a quest'opera, Camilleri porterà a casa il suo primo premio letterario. Nel 1992, riprende a scrivere con il romanzo “La stagione della caccia”.
Nel 1994 è la volta de “La forma dell'acqua”, primo romanzo poliziesco del ‘ciclo Montalbano’, e arriva il grande successo di pubblico. Il ‘fenomeno Camilleri’, raggiunge il suo massimo picco nel 1998: con “Il birraio di Preston” (1995), “La concessione del telefono” e “La mossa del cavallo” (1999), e la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti, Camilleri viene consacrato ad autore cult.
Alla fine del 2002, lo scrittore empedoclino accetterà la nomina di Direttore Artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto, inaugurato nel febbraio 2003 alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.
Pubblica, sempre con Sellerio, altri romanzi con protagonista Montalbano: nel 2004 “La pazienza del ragno”, a marzo 2005 “Privo di titolo”, e nel giugno 2005 “La luna di carta”. Nello stesso anno pubblicherà “Il re di Girgenti”, primo romanzo storico, ambientato nel Seicento, scritto interamente in siciliano inframmezzato dallo spagnolo.
Nel 2007 è la volta del suo primo romanzo fantastico “Maruzza Musumeci”, inizio di una trilogia che si concluderà nel 2009 con “Il sonaglio”. Tra il 2006 ed il 2008, pubblica altri cinque romanzi che hanno per protagonista il Commissario catanese. Nel 2008, pubblica online, su AgrigentoNotizie, il racconto “La finestra sul cortile” (già apparso in versione cartacea sul mensile “Il Nasone di Prati”), che vede come protagonista sempre il celebre Commissario. Il 2009 inizia con il romanzo “La danza del gabbiano”, vincitore, nello stesso anno, della XXVI edizione del Premio Cesare Pavese.
Nel 2010 pubblica “Acqua in bocca”, romanzo scritto a quattro mani con Carlo Lucarelli in forma ‘epistolare’; qui, il Commissario Montalbano interagirà per la prima volta con un altro investigatore letterario, l'ispettore Grazia Negro creata appunto da Lucarelli.
Di particolare interesse la serie di romanzi dedicata ai grandi pittori: nel 2007, si dedicherà a Caravaggio nell’opera “Il colore del sole”; nel 2008 scriverà di Guttuso, in “La Vucciria” e nel 2009 “Il cielo rubato. Dossier Renoir”, vedrà come indiscusso protagonista il pittore impressionista francese.
Nel 2011, Camilleri collabora con Edoardo De Angelis al brano “Spasimo”, insieme a Franco Battiato.
Farà inoltre un’apparizione nel brano “Lo scotch” di Daniele Silvestri, tramite il racconto di una storia avvenuta durante un viaggio in treno.
Ma forse non molti sanno che Camilleri fu anche attore. Nel 1998, partecipò al film del genero Rocco Mortelliti “La strategia della maschera”, tratto dall’omonimo romanzo dello scrittore empedoclino. Ma non fu la prima volta; qualche anno prima infatti, Camilleri ebbe una parte in “Quel treno per Venezia”, serie tv tratta dai racconti di Corrado Augias.
Una curiosità: sul numero 2994 di Topolino, appare la storia "Topolino e la promessa del gatto"; il racconto, uscito nelle edicole il 16 aprile del 2013, vede Topolino aiutare il commissario Salvo Topalbano, evidente parodia del celebre funzionario siciliano dei libri di Camilleri. La storia, che presenta i disegni di Giorgio Cavazzano e i testi di Francesco Artibani, venne supervisionata proprio da Camilleri in persona.
Numerosi i premi, anche internazionali, portati a casa dallo scrittore, e le onorificenze: tra cui ricordiamo il riconoscimento di Grande ufficiale della Repubblica Italiana e, nel 20 gennaio del 2003, il Premio Racalmare-Sciascia per tutta la sua produzione letteraria, che ha ormai sfondato il tetto delle 10 milioni di copie vendute. Molte anche le lauree honoris causa meritate, come quella in Filologia moderna, dell’università “G. D’Annunzio” di Chieti e Pescara, e il Dottorato di ricerca in Storia dell'Europa, assegnatogli dalla Sapienza di Roma.
La peculiarità di Camilleri, caratteristica che ha contribuito ad aumentare il suo successo, sia in Italia che all’estero, è il particolare uso che egli fa, nelle sue storie, del linguaggio: un misto di italiano e siciliano, stimolato naturalmente dalla sue origini, e rafforzatisi dall’incontro con le opere dialettali del Goldoni e del Ruzzante prima, che lo portarono ad avvicinarsi ad autori come Gioacchino Belli e Carlo Porta poi. Dopo un periodo di abbandono della poesia e del teatro, Camilleri decise dunque di dedicarsi alla scrittura, così come gli veniva in mente; i suoi scritti, soprattutto quelli che riguardano le storie del ‘vigatese’ partono da una base di italiano, che consenta a tutti la lettura e la facile comprensione delle storie, con dei piacevoli inframezzi dialettali in siciliano, che seguano la struttura del testo, l’idea creativa e il suono della parola.
Autore | Enrica Bartalotta