In Sicilia, al largo di Capo Passero, prende sempre più vita il telescopio subacqueo più grande del mondo, dedicato allo studio delle microparticelle che aiutano a capire i segreti della materia e delle stelle.
Il telescopio subacqueo al largo di Capo Passero
Proprio sul fondale del Mediterraneo, a 3.500 metri di profondità, sta prendendo vita il telescopio sottomarino più grande del mondo. Nella sua configurazione finale, in programma per il 2027, sarà composto da 230 stringhe d’acciaio ancorate al fondale, alte 700 metri e con 18 moduli ottici ciascuna. Occupa un chilometro cubo nelle acque al largo di Capo Passero, a circa 80 chilometri dalle coste siciliane.
Proprio in questi giorni la collaborazione scientifica KM3Net ha concluso con successo una complessa operazione marina per ampliare l’apparato ARCA (Astroparticle Research with Cosmics in the Abyss). KM3NeT è il grande progetto internazionale per la ricerca sui neutrini nel Mediterraneo che comprende gli apparati sottomarini ARCA, dedicati alla ricerca di neutrini cosmici fino a energie estreme, e ORCA (Oscillation Research with Cosmics in the Abyss), dedicato allo studio dei meccanismi di oscillazione dei neutrini.
Cosa fa KM3Net
Il progetto fa affidamento su una sofisticata architettura di cavi sottomarini, che consente di inviare i dati raccolti dai sensori installati su torri a 3 chilometri di profondità al centro di calcolo di Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa. La campagna in mare per l’ampliamento del telescopio sottomarino KM3NeT/ARCA è iniziata il 2 giugno. L’acquisizione dei dati con ARCA è stata ripresa con 19 unità di rilevamento in funzione.
Questo rappresenta un importante passo avanti, poiché questa è stata la prima campagna di 2 settimane. Lo scopo dell’operazione era duplice: potenziare la rete sottomarina e installare 11 nuove unità di rilevamento (DU). L’operazione si è quindi svolta in due fasi: dopo il primo ciclo di attività per l’installazione delle scatole di derivazione e dei primi 4 DU, la nave è tornata a terra per prelevare il restante set di 7 DU.
La campagna è stata condotta con Handin Tide, della compagnia FUGRO, che aveva già effettuato la precedente campagna in mare per KM3NeT ARCA lo scorso anno, salpando da Malta.
Il telescopio subacqueo si evolve
Tutte le attività pianificate sono state eseguite con pieno successo, comprese le operazioni accessorie come la sostituzione di un segnalatore acustico autonomo sul fondo del mare. Come risultato della campagna, le dimensioni di ARCA sono più che raddoppiate: ora comprende 19 unità di rilevamento in funzione, dotate di oltre 10.000 fotomoltiplicatori.
KM3NeT è una collaborazione internazionale composta da più di 250 persone provenienti da quasi 60 istituti in tutto il mondo. Il progetto è inserito nella roadmap europea delle grandi infrastrutture di ricerca (ESFRI – European Strategy Forum on Research Infrastructures).
L’INFN è tra i maggiori enti di ricerca impegnati in KM3NeT, con gruppi di ricerca attivi presso i Laboratori Nazionali del Sud e le Sezioni di Bari, Bologna, Catania, Genova, Napoli con il gruppo collegato di Salerno, e Roma, in collaborazione con le corrispondenti università. Nell’ambito dei finanziamenti del PNRR, di recente, il progetto KM3NeT4RR, ha ottenuto risorse per circa 67 milioni che serviranno a potenziare l’infrastruttura con l’installazione di 115 nuove linee di rivelazione.
Foto di Alessandro – Sicilia – Portopalo di Capo Passero, CC BY-SA 2.0.