Il Tempio di Diana si trova sulla rupe posta a Nord di Cefalù. È una struttura megalitica probabilmente risalente al XI secolo a.C. che rimane ancora oggi, in parte, avvolta da un affascinante alone di mistero.
La destinazione d’uso del complesso è ancora incerta ma è chiaro il valore strategico della vista sulla costa sottostante. Probabilmente destinato al culto di divinità pagane è stato costruito in più fasi nell’antichità con blocchi di roccia squadrati. Durante il II secolo a.C. il complesso è stato ristrutturato.
Quando si pensa a Cefalù, la prima attrazione che viene in mente è lo splendido Duomo, eppure bisogna dire che anche il Tempio di Diana attira moltissimi visitatori. La parte più antica è la cisterna, inglobata all’interno del tempio: la sua presenza fa supporre che la costruzione fosse legata a un culto pagano delle acque.
La cisterna venne ricavata con scavi nella roccia viva. Nella parte superiore è chiusa con grosse lastre di pietra calcarea, che poggiano sui bordi e su un architrave il quale, a sua volta, grava su una colonna centrale, formata da blocchi di pietra cilindrici. Intorno a questa cisterna sorse il tempio vero e proprio.
Ricostruire la storia di questo tempio non è facile. Pare sia stato costruito in due epoche diverse, iniziato nel V secolo a.C. e terminato probabilmente intorno al II secolo a.C., come si evincerebbe dal materiale di costruzione.
A rendere affascinante il Tempio di Diana è sicuramente la sua posizione: è lontano dalla città, quindi difficile da raggiungere. Il nome stesso deriva da una tradizione secolare, ma un culto di Diana vero e proprio non è mai stato accertato. Si potrebbe invece trattare di una parte della fortezza di Kephaloidion, una fortezza-santuario in cui si praticava un culto legato alle acque e che svolgeva anche una funzione di difesa.
A conferma della funzione religiosa vi sono anche due chiesette impiantate all’interno e al di sopra del tempio nel periodo bizantino: oggi è ancora visibile un’abside.
Foto Wikipedia