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La sicilianità vincente di Teresa Mannino riporta il sorriso a Sanremo: “La vogliamo tutte le sere!”

La serata di giovedì 8 febbraio del 74esimo Festival di Sanremo è stata un Teresa Mannino show. La comica e attrice siciliana ha riportato la comicità all’Ariston, con professionalità e talento, a partire dal suo ingresso, in cui ha demolito la classica “liturgia” della scala: “È inutile, ci sono altri otto ingressi”.

Mannino ha regalato al pubblico momenti di comicità e di riflessione (con un bel monologo, del quale trovate il testo integrale alla fine dell’articolo). Ha anche ironizzato sulla sovraesposizione mediatica del Festival: “I giornalisti stanno tutti qua, se succede un fatto nel mondo non lo sapremo mai: è un mese di incoscienza. Sanremo è un grande carnevale. L’unica cosa negativa è che stasera non mi posso vedere Sanremo“.

“Sanremo si ama, Ama si ama, si amano tutti ma io non scendo”, ha detto subito Teresa Mannino, nelle vesti di co-conduttrice della terza serata. “Queste scale sono diverse da tutte le scale del mondo, perché hanno le curve, il pavimento di vetro, pure la cera. E poi non servono a niente – ha sottolineato – perché ci sono altri otto ingressi. Qua dietro si prega, ci sono amuleti, segni della croce… e lui dice che è il momento più bello, quando ti guardano 10 milioni di italiani… lo psicologo dovevi fare“. Poi accetta di scendere, ma solo quando il pubblico scandisce a gran voce il suo nome.

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Teresa Mannino a Sanremo

Amadeus ma che cosa hai combinato? È un mese che si parla solo di Sanremo. I giornalisti sono tutti qua: se succede un fatto nel mondo, non lo scopriremo mai. Ma è bello vivere un mese di incoscienza. È un grande carnevale”. Teresa Mannino, sul palco dell’Ariston, ha confermato di essere una grande artista. E i social non hanno dubbi: gli utenti hanno apprezzato e lodato la sua partecipazione, come si legge in alcune Storie riportate dalla stessa comica siciliana: “L’Italia è una repubblica democratica fondata su Teresa Mannino, si legge. E c’è chi scrive: “La voglio tutte le sere”.

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Vestita di bianco, con una camicia piumata, ha ironizzato sul suo look: “Ringrazio il mio stilista che ha vestito anche Jennifer Lopez, Madonna, Michelle Obama, Taylor Swift. E Teresa Mannino. Pensa, ha iniziato la carriera con Whitney Houston e l’ha finita con me”. Lo stesso abito che indossa “ce l’ha uguale Jennifer Lopez, ma lei ci va a fare la spesa. Se vado dal macellaio così mi spenna e mi butta nel banco frigo. E comunque prima delle polemiche, sappiate che non ho ammazzato nessun uccello”. Lo stilista è siciliano come lei: Fausto Puglisi, direttore creativo della maison Roberto Cavalli.

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Lo show esilarante e di qualità, ha stemperato una giornata di polemiche legate alla partecipazione di John Travolta. Nel suo monologo, Teresa Mannino ha riflettuto sull’uomo, che si è montato la testa, pensando di essere superiore alla natura: “Al potere su – dice – preferisco il potere di, che ha un’altra energia, il potere di ridere e far ridere, di vestirmi con le piume, di cantare stonata, di ballare per strada”.

Monologo di Teresa Mannino, il testo completo

Nel 5 secolo avanti Cristo il filosofo greco Protagora diceva l’uomo è misura di tutte le cose. Oggi potremmo dire l’uomo bianco, ricco e occidentale. Solo che questa misura l’ha persa, e pensa che tutti gli altri essere umani siano a sua disposizione. Dobbiamo ricordarci che siamo animali umani. L’origine della vita sul pianeta è comune: il 60% del nostro patrimonio genetico è uguale alle banane. Con le scimmie è del 98%, ma gli scimpanzè ci tengono a non farlo sapere.

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Noi ci sentiamo superiori perché parliamo, ma gli animali o le piante comunicano in altro modo. Come noi siciliano che parliamo in dialetto a un milanese o un torinese, e poi se non capisce diciamo che è cretino. Anche volendo sono espressioni che non si possono tradurre.

Abbiamo la stessa presunzione verso gli altri essere viventi. I babbuini per esempio si salutano strizzandosi il pene: riescono così ad acquisire tantissime informazioni, come l’età o la disponibilità a collaborare. Nell’Antico Testamento Giobbe dice interroga gli animali e te lo insegneranno. Io ho interrogato le formiche tagliafoglie, le più intelligenti. Loro coltivano, hanno grandissimi formicai e in alcune camere coltivano funghi. Sono le uniche al mondo.

Fanno agricoltura da 50 milioni di anni e non hanno rovinato niente, noi da 10 milioni e abbiamo sfinito il pianeta. Erano sulla Terra già all’epoca dei dinosauri. Sono intelligentissime, allora ho pensato guardiamo come funziona la loro società e copiamo. C’è una regina madre e le figlie. Lei decide il sesso dei nascituri: i maschi sono una minima parte, solo per la prosecuzione della specie. I maschi hanno il ruolo solo di fornire gli spermatozoi, che vengono conservati nella spermateca della regina.

I maschi fanno un volo nuziale una volta l’anno, e dopo l’accoppiamento muoiono perché non servono più. Quanto sono avanti! Non hanno il problema di gestire gli ex. Anche i maschi sono contenti perché la loro vita è stata una unica grande scopata.

I maschi umani invece preferiscono il potere: sulle donne, sui bambini, sulla natura. Anche a me piace il potere, ma il potere di…di ridere, di cantare anche se sono stonata, di ballare per strada.

Redazione