Per celebrare i suoi 50 anni, il Bar Ernesto Catania ha fatto una dolce dedica alla città: il gusto di gelato “Terra dell’Etna 5.0″. Un viaggio nel gusto e nel tempo, che coinvolge due generazioni che si incrociano nella transizione “da pasticceria catanese” a “impresa-food”, coniugando storicità e innovazione.
Da un lato c’è Francesco Urzì, che quel locale – nato su intuizione del maestro gelatiere Ernesto Risita, di cui era stretto collaboratore – ha rilevato negli anni Ottanta per farlo crescere nel segno della qualità, lanciando una sfida al territorio: perfezionare e inventare nuovi gusti per destagionalizzare il “cono da passeggio”. Lui che ancora oggi è una figura presente e fondamentale per la formazione delle risorse, per il carico di energia che quotidianamente ci vuole per sfornare i risultati, può festeggiare le nozze d’oro con la consapevolezza di aver costruito un’eredità – che s’ispira a valori antichi – per tutta la città di Catania.
Dall’altro c’è il palmares di Serena Urzì, giovane chef glacier che sta rivoluzionando l’arte della gelateria, collezionando prestigiosi riconoscimenti e accreditandosi a livello nazionale grazie alle sue idee innovative. E poi c’è la capacità gestionale di Anna Urzì, che lì in regia pianifica la crescita, diversifica il business, perfeziona il modello, allinea numeri, occupazione, posizionamento dell’azienda, incardinando i principi etici che fanno di Ernesto una realtà sana e in crescita.
Per celebrare questo itinerario a tappe, dove ogni decennio è segnato da un souvenir gastronomico, l’impresa di famiglia ha festeggiato con un evento che ha rispolverato – rigorosamente in chiave contemporanea (e gourmet) – vitel tonnè, risotti alla zarina, tortellini panna e prosciutto e macco di fave, per “sbloccare i ricordi” a ospiti istituzionali – presente anche il sindaco di Catania Enrico Trantino – clienti ed amici, che nella “madeleine” di proustiana memoria hanno fatto riemergere il passato attraverso emozioni di profumi e sapori.
“In questa rivisitazione di menu, fatta di studio e ricerca, non poteva mancare il nostro “Terra dell’Etna” – sottolinea Serena, avvocato prima, “Cavaliere del gelato” poi (con mention dell’Associazione italiana gelatier), dopo aver appeso la toga al chiodo – un gusto che mio padre inventò dopo l’eruzione e la conseguente pioggia di cenere e lapilli del 2002, a cui tutti noi siamo molto legati. E che da oggi (ri)lanceremo nel nostro banco per suggellare il cinquantenario. Sperimentazione e creatività sono la chiave del mio percorso all’interno del laboratorio, ma poi ci sono anche metodo e organizzazione ereditati dai miei studi in Legge. Nulla è lasciato al caso. Dalla selezione delle materie prime, espressione del territorio e delle stagioni, ai delicati equilibri dettati dalla tecnica, che è combinazione matematica di ingredienti ed equilibrio di sapor”.
Gelato al pistacchio salato con cuore di mango e maracuja, e salsa ai frutti rossi. Il tutto ricoperto da una glassa al carbone vegetale: saranno questi gli ingredienti della versione 5.0 del gelato di famiglia, da oggi patrimonio di tutti gli amanti dell’eccellenza artigianale. La scelta degli ingredienti è legata a quelle che sono oggi le colture tipiche all’ombra del Vulcano oggi: pistacchio, frutta esotica e frutti rossi.
Quel tempo, di certo rallentato rispetto a oggi, fatto di chiacchiere pomeridiane davanti a una coppa canasta o di momenti condivisi con il “misto Umberto e due cucchiai“, è nostalgia per tutti noi che corriamo dietro la frenesia odierna. Tutto è cambiato, ma Bar Ernesto rimane sempre là, nel crocevia fatto di catanesi e turisti che seguono guide blasonate e recensioni digitali.