La prima donna della Sicilia si chiama Thea.
- Thea, questo il nome della prima siciliana, era alta 1,65 circa e probabilmente apparteneva a un ceto sociale elevato.
- Ha vissuto circa 14mila anni fa.
- I suoi resti sono stati rinvenuti nella Grotta di San Teodoro di Acquedolci.
Che aspetto aveva la prima donna siciliana? La domanda è sicuramente interessante e apre la strada a un argomento ricco di dettagli da scoprire. La buona notizia è che possiamo dare una risposta a questo quesito. Per farlo, dobbiamo compiere un piccolo passo indietro nel tempo e andare ad Acquedolci, nel Messinese. Qui, nel 1937, all’interno della celebre Grotta di San Teodoro, venne ritrovato uno scheletro risalente a 11-14 mila anni fa, accanto ad altri 6. Risaliva all’era paleolitica superiore, un periodo in cui la popolazione umana in Sicilia non era particolarmente rilevante. L’importanza del ritrovamento risiede nel fatto che quello scheletro appartiene alla nostra stessa specie, cioè “homo sapiens”. A parte qualche costola e una mano non manca nulla. Si sa che è di genere femminile, poiché ha il bacino largo e si suppone appartenesse a una donna molto importante, di un ceto sociale elevato.
Com’era la prima siciliana?
Thea, la prima donna della Sicilia, ha una dentatura perfetta, dunque non aveva problemi di alimentazione. Le articolazioni, non sono molto logorate, quindi probabilmente non aveva lavorato molto. Poteva essere una sacerdotessa o principessa. La statura doveva essere intorno al 1,70 m. Si pensa sia morta intorno ai 30 anni di secondo parto (va sottolineato che l’età media era più bassa). Grazie a studi accurati è stato possibile anche ricostruirne le sembianze. La ricostruzione si trova, insieme allo scheletro, al Museo di paleontologia e geologia Gaetano Giorgio Gemmellaro di Palermo. Il ritrovamento di Thea è una perfetta testimonianza del modo in cui siano cambiati gli esseri umani nel corso dei secoli. Il suo aspetto è vagamente scimmiesco, la mandibola allungata e il mento sporgente.
Il museo Gemmellaro di Palermo
Il museo Gemmellaro venne fondato nel 1861 da Gaetano Giorgio Gemmellaro (1832-1904). Fu lui a creare la prima collezione universitaria, nella sede del Gabinetto di Storia Naturale, presso la casa dei Padri Teatini in via Maqueda (oggi sede della Facoltà di Giurisprudenza). I reperti del museo sono esposti in quattro sale. La Sala Enzo Burgio ospita collezioni che illustrano la storia geologica della Sicilia. Nella Sala dell’Uomo vi sono le testimonianze della prima presenza umana in Sicilia, quindi anche i resti fossili di Thea. La Sala dei Cristalli raccoglie notevoli esemplari di cristalli di calcite, aragonite, celestina, gesso, salgemma e zolfo. La Sala degli Elefanti ospita numerosi reperti relativi agli elefanti nani che popolarono la Sicilia durante il Pleistocene medio-superiore.