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01Per molti giovani rappresenta un sogno, un'idea di giustizia, un giornalismo d'altri tempi. Per i più anziani è sicuramente l'occasione per versare qualche lacrima di gioia ricordando le grandi conquiste del quotidiano di via Mariano Stabile. Per tutti gli isolani un grande momento di cultura civica, di memoria storica, un trait d'union fra il passato e il futuro.

Torna l'Ora, il quotidiano della sera che ha fatto grande la Sicilia. Quella testata che non si è mai piegata al volere della Mafia. Quel giornale che ha visto crescere e formarsi dei giornalisti del calibro di Mario Genco, Giuliana Saladino, Giovanni Rizzuto. Per non parlare di collaboratori come Sciascia, Guttuso, Pirandello. Tutti disposti a firmare per la lotta contro l'ingiustizia e i soprusi regnanti nella Sicilia fascista come in quella del dopoguerra. Il banditismo, gli anni di piombo, le stragi mafiose. L'Ora ha visto tutto ciò e molto altro. Ha portato avanti una vera e propria guerra, non priva di caduti sul campo di battaglia. Non si è arreso mai prima del 9 maggio 1992, data dell'ultima pubblicazione. Non ha retto il declino del P.C.I., la crisi economica, la fine dei comunismi. Come tutte le grandi esperienze umane ha visto un inizio, una fine e una rinascita.

Se dovessi esprimere a voce quello che sto provando in questo momento sicuramente sarei obbligato a bloccarmi varie volte con un groppo in gola. Ci fosse un pubblico davanti a me recepirebbe un discorso rotto, sconnesso, emotivo. Ma per fortuna la scrittura ci salva permettendoci di consumare le nostre inquietudini fra le mura di una camera. Così posso gridare con forza la buona novella. E posso sorridere con voi pensando che quel "arrivederci" con cui erano stati salutati i lettori nel lontano '92 era onesto e sincero, come sempre lo è stato l'Ora.

                                                                           Bernardo Bertenasco