Spiagge affollate o approdi nascosti? Ogni bagnante ha le sue preferenze e in Sicilia ognuno può trovare ciò che fa al caso suo. Tra i luoghi che sicuramente meritano di essere visitati almeno una volta c’è la Riserva di Torre Salsa, nell’Agrigentino. A pochi passi dalla celebre Porto Empedocle c’è un angolo di Paradiso gestito dal WWF. Si tratta dell’ultimo tratto integro e incontaminato della parte meridionale della Sicilia. Uno dei pochi esempi intatti di ambiente dunale sopravvissuti sull’Isola. Qui trovano ristoro e rifugio molti mammiferi e tanti uccelli. La spiaggia è sorvegliata da un’antica torre di avvistamento spagnola. Prima dell’istituzione ufficiale della Riserva Naturale Orientata, il WWF vi aveva costituito un’oasi. Viste le premesse, non potrà che essere una visita davvero interessante: procediamo!
Tra monte dell’Eremita e il promontorio della Salsa, dove spicca il rudere della Torre Salsa, c’è un’ampia depressione caratterizzata dalla presenza del torrente Salso, detto “Pantano“. La zona intorno ad esso è soggetta ad esondazione naturale che la rende, specie nei mesi invernali, inaccessibile. Nella stagione estiva, invece, il pantano si asciuga e attraverso una trazzera che lo costeggia é possibile raggiungere la spiaggia. In questa zona vi sono molti terreni coltivati, un rimboschimento con un’area attrezzata per pic-nic e, nel promontorio della Salsa, un ampio rimboschimento che arriva sino alle dune e delle siepi che delimitano dei terreni coltivati a seminativi. Il Pantano è l’habitat naturale della tartaruga palustre siciliana, specie endemica, ed è punto di sosta e ristoro per tantissimi uccelli.
Anche dal punto di vista della flora c’è molto da scoprire, con una vegetazione che include, tra le altre, anche la rigogliosa Lavatera agrigentina, raro endemismo della Sicilia meridionale, ma anche ginepro, mirto e orchidee spontanee. Ciò che rende la Riserva di Torre Salsa un luogo unico nel suo genere è la presenza di falesie di gesso, un particolare tipo di roccia sedimentaria. L’area è occupata da gessi risalenti al periodo Messiniano, cioè 6 milioni di anni fa.