Totò Cascio, ex bambino prodigio del cinema, si racconta in un’autobiografia intitolata “La gloria e la prova. Il mio Nuovo Cinema Paradiso“. In un’intervista ha raccontato la sua vita attuale.
Era appena un bambino quando fu scovato dalla produzione del film Nuovo Cinema Paradiso a Palazzo Adriano. Nel giro di poco tempo, la sua vita di allora venne stravolta. Il film di Giuseppe Tornatore, uscito nel 1988, vinse l’Oscar nel 1990.
In un lasso di tempo relativamente breve, Totò Cascio è sparito dal mondo dello spettacolo. Ha dovuto affrontare una disabilità visiva: «L’estate del 2015 una sera torno a casa dopo il lavoro nel supermercato di famiglia e provo a inserire la chiave nella serratura, quando comincio a tremare… Pensavo di morire. Iniziano i controlli clinici e la diagnosi è implacabile: retinite pigmentosa con edema maculare», racconta ad Avvenire.
La malattia genetica ha colpito anche il fratello maggiore. L’esperienza nel mondo del cinema, quel primo approccio quando era un bambino, è stato un momento cruciale della sua vita: «Mi portavo dietro i fantasmi dell’invidia, quella dei compagni di classe, perché ai loro occhi ero diventato ricco e famoso, e non lo trovavano giusto», ha detto.
“Quando mi sono nascosto, ho provato il peso dell’indifferenza”
Quindi ha aggiunto: «Quando mi sono nascosto, ho provato il peso dell’indifferenza che è ancora più dolorosa e insostenibile della compassione. E quella si è presentata puntuale appena hanno saputo della malattia. Ho pianto tanto, ma ormai è acqua passata».
La fede lo ha molto supportato, nell’affrontare la malattia: «Non c’è una sera che alle ore 20, ovunque mi trovi, non reciti il Santo Rosario. Pregare, per me vuol dire “ringraziare”, provare “gratitudine” per Dio che mi ha dato la gloria e poi mi ha dato la prova: ad accettare la prima siamo tutti bravi, ma è nella prova che l’uomo si misura davvero».
Scavando nei ricordi, Totò Cascio aggiunge: «Non mi rendevo conto che avevo avuto tutto: fama, privilegi, una famiglia straordinaria e anche delle belle amicizie, alle quali adesso se ne sono aggiunte delle nuove, come quella con Bocelli o Leonardo Pieraccioni con il quale ho appena festeggiato il suo compleanno. Sto ritrovando i vecchi amici… Peppuccio Tornatore quando mi ha risentito al telefono per la prefazione del libro è stato felicissimo di apprendere della mia “ripartenza”. Ho imparato a sognare da sveglio e così rivedo tante persone care».
L’apice della popolarità, Cascio, l’ha vissuto negli anni Novanta: «Ho conosciuto il mondo in quel periodo e lavorato con dei giganti come Mastroianni, Celentano, Ranieri… Incontrai anche Silvio Berlusconi che vedendo i miei occhiali spessi forse aveva intuito il problema e mi disse: “Totò, ci hai fatto piangere tutti con Nuovo Cinema Paradiso, sappi che per te la porta di casa mia sarà sempre aperta, e se non ci sarò io, ci saranno i miei figli”. Quella popolarità in parte è rimasta e oggi la uso per mettermi al servizio degli altri».
Oggi, Totò Cascio, vive una nuova consapevolezza: «Ho ritrovato la serenità e la consapevolezza che so cosa posso fare della mia vita e del mio futuro, tutto il resto è nelle mani di Dio. Adesso ho capito il significato di quella frase di Alfredo quando mi diceva: “Qualunque cosa tu farai, amala come amavi la cabina del Nuovo Cinema Paradiso…”».