La notizia della morte del boss di Cosa nostra Totò Riina sta suscitando diverse reazioni. Il suo ruolo in quella che viene definita la trattativa Stato-mafia è emerso in più occasioni, come come la responsabilità nelle stragi del ’92.
Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia in uno di quegli attentati, ha così commentato la morte di Totò Riina: «Non gioisco per la sua morte, ma non posso perdonarlo – ha detto all’Ansa -. Come mi insegna la mia religione avrei potuto concedergli il perdono se si fosse pentito, ma da lui nessun segno di redenzione è mai arrivato. Per quello che è stato il suo percorso mi pare evidente che non abbia mai mostrato segni di pentimento». «Basta ricordare le recenti intercettazioni in cui gioiva della morte di Giovanni» ha concluso Maria Falcone riferendosi alle conversazioni registrate in carcere tra Riina e un compagno di detenzione in cui il capomafia rideva ricordando di aver fatto fare al magistrato “la fine del tonno”.
Anche Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, ha rilasciato alcune dichiarazioni: «La fine di Riina non è la fine della mafia siciliana, che resta un sistema criminale di altissima pericolosità. Totò Riina è stato il capo indiscusso e sanguinario della Cosa Nostra stragista. Quella mafia era stata già sconfitta prima della sua morte, grazie al duro impegno delle istituzioni e al sacrificio di tanti uomini coraggiosi e giusti».