Totò Schillaci, il bomber palermitano eroe di Italia ’90, si è raccontato a Sportweek in occasione della sua recente apparizione televisiva a Pechino Express. Ha, inoltre, raccontato il difficile percorso di guarigione dal tumore. Scopriamo, di seguito, cosa ha detto.
Totò Schillaci: “Pechino Express è stata la mia rivincita dopo il tumore”
Totò Schillaci convocato qualche mese fa per far parte insieme alla moglie del cast di Pechino Express insieme (che sta andando in onda in questi giorni) si è raccontato in una lunga intervista a Sportweek. “A gennaio di un anno fa mi hanno trovato un tumore al colon retto, a febbraio mi hanno operato per la prima volta, due mesi dopo la seconda. Quando è arrivata la proposta di Pechino Express sono stato assalito dai dubbi perché sapevo che sarebbe stata tosta. I medici mi hanno detto ‘Sei guarito, riprenditi la tua vita’. Barbara (sua moglie ndr) ha insistito Dico sì solo perché lei sarebbe stata con me. Questa avventura è stata una rivincita sulla malattia e su quello che si era portata dietro: depressione e pensieri di morte. L’India? Impatto devastante. Mi aspettavo un’India di colori e profumi, ho trovato molta povertà. Traffico, sporcizia, bagni a cielo aperto, puzza dappertutto, bambini laceri e a piedi nudi… Ma la gente ha un cuore grande: ti ospita, ti offre da mangiare… Facevo vedere la mia foto in Nazionale, venivo riconosciuto e mi davano indicazioni su dove andare”, ha raccontato.
Cosa fa oggi Totò Schillaci?
Totò Schillaci oggi ha 58 anni e vive nella sua Palermo. “Da bambino giocavo sull’asfalto del quartiere Cep, uno dei più popolari e difficili di Palermo. Famiglia modesta, tre fratelli e una sorella, papà faceva il muratore. Era il mio primo e più grande tifoso, mi ha accompagnato dappertutto pur di farmi giocare. Io ho cercato di aiutare: ho fatto il gommista, il garzone di pasticceria, l’ambulante… Ho smesso quando mi prese il Messina. Com’è oggi Palermo? Rispetto a quando ero ragazzo, Palermo è molto migliorata. Allora c’era un morto al giorno per le strade”.
Schillaci: “Ero alla Maddalena quando hanno arrestato Messina Denaro”
Schillaci era alla clinica oncologica La Maddalena quando, il 16 gennaio, è stato arrestato il boss Messina Denaro. “Erano le 8.15 del mattino – dice lui – aspettavo la mia visita di controllo, perché lì sono in cura dai dottori Mezzatesta e Mandalà. Avevo appena finito la colazione al bar, in un attimo mi sono ritrovato circondato da persone incappucciate con le armi spianate. Ho pensato a un attentato. Poi i carabinieri si sono qualificati, ma per un attimo io e quelli intorno a me ci siamo spaventati, c’era confusione. Una persona come Messina Denaro che circola tranquillamente per la città e va in clinica come un cittadino qualsiasi, mi dà da pensare. Ho una mia teoria, ma ben venga se un problema che si trascinava da trent’anni è stato risolto”.
Totò Schillaci: “Palermo offre tante cose belle”
Di sicuro adoro Palermo e mi dà molto fastidio vederla associata solo alla criminalità, perché offre tante cose belle. Bisogna investire sui quartieri, questo sì, togliendo i giovani dalle strade. Ho rilevato questo centro sportivo, il Louis Ribolla, in una zona popolare, proprio per restituire qualcosa di quanto mi è stato dato dalla città. Mi rimane un solo rimpianto: non aver mai vestito la maglia del Palermo. Lo avrei fatto anche gratis”.