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Il comparto extralberghiero in Sicilia cresce in modo costante e continuo. Sull’isola si contano 120mila posti letto dichiarati – tra B&B, case vacanza, agriturismi, camping, glamping, Boat and breakfast, etc. – con un fatturato che supera i 600 milioni di euro l’anno e oltre 4,5 milioni di pernottamenti, un quarto dell’intero ammontare delle notti vendute sull’isola (elaborazione OTIE su dati ISTAT 2023).

A questo comparto si lega la capacità di resilienza e rinascita di borghi e territori fuori dai circuiti turistici consolidati e dalle città d’arte e legati anche a un turismo più lento e in cerca di relazioni ed esperienze autentiche. In questo la Sicilia ha davvero moltissimo da offrire con tante realtà tutte da scroprire.

Salvo Basile, coordinatore Assoturismo – Confersercenti Sicilia, ha detto: “Il sistema dell’offerta ricettiva diffusa negli ultimi dieci anni ha avuto una crescita esponenziale triplicando il numero di strutture in Sicilia: da 2.500 a 7.000 unità”.

L’offerta extralberghiera è molto apprezzata dai mercati internazionali, aggiunge Basile, “perché consente di sperimentare quelle forme di turismo che entrano in contatto con la cultura dei nostri luoghi”. E, ancora: “A fronte di circa 16 milioni di presenze turistiche in Sicilia, il 25 per cento è quello che viene assorbito dall’extralberghiero. In termini di ricadute economiche per il territorio, il comparto in Sicilia fattura 600 milioni di euro. È importante evidenziare che nell’ultimo anno c’è stata una crescita di circa il 20%, circa un rione e mezzo di persone, per quanto riguarda gli arrivi che poi rivolgono l’attenzione al comparto”. Immagine di teksomolika su Freepik.

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