Miti e leggende

Tutte le leggende sull’Etna, il vulcano più amato e temuto

La raccolta delle leggende sull’Etna.

  • Tra le leggende siciliane più belle, ci sono quelle che riguardano il mitico Mongibello.
  • Il vulcano siciliano, chiamato affettuosamente “a Muntagna“, ha alimentato tantissimi racconti popolari.
  • Scopriamo insieme tutte le leggende dedicate all’Etna, il gigante della Sicilia.

L’Etna è davvero un vulcano speciale. Imponente e maestoso, vive un rapporto di amore e odio con quanti abitano nei suoi dintorni. Quando dà spettacolo è una vera e propria meraviglia della natura, ma le sue fontane di lava sanno essere davvero spaventose. Nel corso dei secoli è riuscito ad alimentare tantissimi miti e leggende. Non c’è da stupirsi: la forza della natura ha da sempre esercitato un fascino unico sull’umanità e, soprattutto in passato, di fronte ad eventi apparentemente inspiegabili si cercavano spiegazioni quantomeno comprensibili da tutti. Ecco le leggende sull’Etna: mettetevi comodi, perché ce ne sono davvero molte da scoprire – e tutte sono davvero interessanti.

Leggende siciliane per il vulcano Etna

  1. Tra le leggende dedicate all’Etna più famose c’è quella di Encelado, un gigante. Questi, un giorno, decise di voler prendere il posto di Giove. Aiutato dai suoi amici giganti, costruì una scala per arrivare in cielo, ma Giove gli scagliò contro un fulmine. Fu così che Encelado rimase sepolto sotto l’Etna e, per la rabbia, iniziò a sputare fuoco e fiamme dal cratere. Ecco perché avvengono, ancora oggi, le eruzioni.
  2. Cambiando protagonista, possiamo occuparci di Efesto. Quando la madre Era lo partorì, lo trovò talmente brutto da gettarlo giù dall’Olimpo. Venne cresciuto dalle ninfe Teti ed Eurionome e divenne talmente bravo a forgiare metalli e gioielli da attirare l’attenzione della madre Era. La dea gli chiese di costruirlo un trono, pensando che il figlio non l’avesse riconosciuta. Efesto, invece, aveva capito benissimo chi fosse, quindi decise di vendicarsi. Costruì un trono dal quale Era, una volta seduta, non si sarebbe mai più alzata. Per sciogliere quell’incantesimo, Era dovette dargli in sposa Afrodite e permettergli di tornare tra gli dei. Il matrimonio però non fu felice, perché Efesto veniva tradito e sbeffeggiato dalla moglie: decise quindi di lasciare l’Olimpo e rifugiarsi sull’Etna.
  3. Di tutt’altro genere è la storia dei Fratelli Pii. Erano due contadini di nome Anapia e Anfinomo. Mentre lavoravano insieme agli anziani genitori, nei campi ai piedi del maestoso monte Etna, furono sorpresi da una violenta eruzione. Iniziarono a correre per fuggire, ma si resero conto che i genitori non riuscivano a tenere il loro passo. Fu così che li presero sulle spalle, rallentando la loro corsa, con la lava che stava quasi per raggiungerli. Proprio quando tutto sembrava perduto, avvenne un miracolo. La lava si separò in due lingue di fuoco, lasciano incolumi figli e genitori. Da quel momento diventarono i Fratelli Pii, simbolo di pietas e amore per la famiglia.
  4. Con Aci e Galatea torniamo alla mitologia. Questi erano, rispettivamente un pastore e una giovane ninfa, molto innamorati. Un giorno, però, Polifemo si innamorò di Galatea: non appena lei si tuffò in mare, scagliò un masso di lava dell’Etna contro Aci e lo uccise. Galatea era inconsolabile. Gli dei decisero allora di trasformare il sangue di Aci in un fiume di nome Akis, nei pressi di Santa Maria La Scala. Qui i due innamorati continuarono a incontrarsi per sempre, oltre la morte.
  5. La scoperta delle leggende dell’Etna continua con il personaggio di Tifeo, un acerrimo nemico di Zeus. Questo gigante a tre teste tentò di conquistare l’Olimpo e Zeus lo punì, gettandolo dentro il vulcano. Schiacciato dall’Etna, Tifeo iniziò a sputare fuoco e fiamme, ma non solo. È lui che regge la Sicilia: con la mano destra tiene Peloro, con la sinistra Pachino, tiene Lilibeo sulle gambe e sulla testa porta l’Etna, generando terremoti quando prova a muoversi.
  6. Neanche Re Artù ha saputo resistere al fascino del nostro vulcano. Ferito dal figlio e quasi morente, il re volle che la sua spada spezzata in duello fosse riparata. L’arcangelo Michele, per esaudire il suo desiderio, lo portò in Sicilia. Qui, dopo aver riparato la spada, si addormentò in una grotta sull’Etna. Al risveglio vide uno spettacolo meraviglioso, con il mare, il cielo azzurro e gli agrumi. Estasiato dalla bellezza, il re pregò di dei di potere vivere ancora in quel paradiso e di vegliare affinché il vulcano non distruggesse quel territorio. Gli dei esaudirono la sua richiesta e il re costruì una grotta dentro l’Etna, con l’aiuto della sorella, la fata Morgana. Si narra che il vulcano si svegli e sputi fuori lava, lapilli  solo quando re Artù torna in Inghilterra per portare frutti e fiori della Sicilia ai bambini inglesi.
  7. Chiudiamo in bellezza la raccolta delle leggende sull’Etna con una serie di altri racconti tutti da scoprire. Proprio dentro l’Etna Efesto, dio del fuoco e della metallurgia, nonché fabbro degli dei, ebbe la sua fucina e combatté il demone del fuoco Adranos. Rimanendo in tema, si racconta che i Ciclopi vi forgiassero le saette usate come armi dal dio degli dei Zeus. Si dice, inoltre, che il “mondo dei morti” greco, il celebre Tartaro, si trovasse sotto il vulcano siciliano. Niente di strano, dunque, se si dice che qui terminò la vita di Empedocle, il filosofo presocratico, che qualcuno sostiene si sia buttato in un cratere. Per concludere in bellezza, sappiate che anche l’anima della regina Elisabetta I d’Inghilterra, secondo una leggenda anglosassone, riposa nell’inferno “etnico”, a causa di un patto che lei fece col diavolo in cambio del sostegno durante il suo regno.

Foto di Giuseppe Famiani

Redazione