Mentre nelle sale è uscito il suo primo film da regista Stranizza d’amuri, Beppe Fiorello torna anche in Tv da protagonista con la docufiction I cacciatori del cielo di Mario Vitale, in cui interpreta l’eroe dell’aviazione Francesco Baracca, in onda mercoledì 29 marzo su Rai 1. Scopriamo tutto (o quasi) ciò che c’è da sapere sulla fiction.
I cacciatori del cielo
Il progetto di cui Beppe Fiorello è protagonista, è realizzato da Anele con Rai Documentari e Luce Cinecittà e si inserisce nelle celebrazioni del centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare raccontando le imprese eroiche, la vita e l’amicizia dei pionieri del volo che si distinsero durante la Prima Guerra Mondiale.
Beppe Fiorello: “Mi affascina raccontare storie poco conosciute”
“Noi attori veicoliamo storie, se poi queste storie sono poco conosciute facciamo qualcosa di ancora più affascinante. Di Baracca mi ha colpito l’aspetto umano, il momento il cui racconta che in guerra combatte per abbattere l’altro aereo senza colpire l’uomo. Un aspetto eroico ma anche sentimentale. Quando osannavano le sue gesta eroiche, Baracca non era orgoglioso del suo primato, s’incupiva – ha detto Giuseppe Fiorello aggiungendo- I sedili sono strettissimi, come le auto di Formula 1. Sono fragilissimi, dovevamo stare molto attenti. I piloti erano stremati”. “È un omaggio necessario in questo momento in cui i conflitti ci ricordano l’importanza di un’istituzione che sia anche a tutela della pace” spiega Fabrizio Zappi, direttore di Rai Documentari “Il docufilm si avvale di immagini di repertorio grazie alla disponibilità dell’Istituto Luce e a scene di animazione, all’insegna di una contaminazione moderna tra generi e linguaggio”. Una storia rivolta anche al pubblico giovane.
Beppe Fiorello: “Baracca era un eroe dal volto umano”
“Ho seguito l’evoluzione del film mi sono affidato al regista e mi sono lasciato guidare. Mi ha fatto scoprire un personaggio di cui conoscevo poco, ma ho accettato per curiosità e voglia di proporre allo spettatore qualcosa che si conosce poco. I momenti che vedrete sono pionieristici: stavano imparando a volare come si vola oggi”. “Baracca non era dell’Aeronautica perché arrivato prima che nascesse, nel 1923”, spiega Il generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare Italiana “per noi è un mito. Ciò che mi ha colpito del docufilm è che vedrete un Baracca differente, non solo pilota, ma con dei rapporti umani. Si rappresenta un mito ma anche una persona normale, con dei sentimenti e una vita. Le Frecce Tricolori sono il nostro biglietto da visita, martedì 28 marzo sfrecceranno tre volte su piazza del Popolo a Roma per le celebrazioni del centenario”.
(Fonte: Repubblica)