Il «Ballo dei Diavoli» che rifacendosi ad un’antica tradizione pagana ha assunto un’interpretazione cristiana significando il trionfo del Bene sul Male attraverso la vittoria di Cristo risorto sui Diavoli, che per i pregevoli lavori artigianali e la produzione di squisiti prodotti caseari L’approssimarsi della Pasqua in Sicilia evoca antichi riti con i quali si celebrava, nelle manifestazioni pagane, l’equinozio di primavera che, suggerisce adeguatamente, tra i fenomeni più arcani della natura, l’idea della morte e della risurrezione come la scomparsa e la rinascita della vegetazione.Sicani e Siculi, laboriose e pacifiche popolazioni che, probabilmente,abitarono la Sicilia in tempi remoti, erano depositari di una religione e di una mitologia di cui si colgono numerose testimonianze in feste religiose tuttora in auge.Ebbene, la più emblematica e significativa di queste tradizioni è il “Ballo dei Diavoli”, perché conclude i riti della Settimana Santa a Prizzi, che iniziano la Domenica delle Palme con la solenne rappresentazione dell’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme e proseguono con la Crocifissione e successiva deposizione del Cristo Morto nel giorno del Venerdì Santo.Per Prizzesi e forestieri la Pasqua si richiama alle più remote consuetudini popolari ed evidenzia numerosi elementi teatrali come accadeva nelle tragedie greche.Ma affinché l’effetto tragico si realizzi bisogna richiamarsi all’eterna lotta fra le forze del bene e quelle del male. Nel magico spettacolo del “Ballo dei Diavoli”, dove fede e folclore sono intimamente fuse, gli elementi drammatici scaturiscono da alcune rappresentazioni mute che consentono all’animo umano di partecipare all’ideale incontro-scontro tra cristianesimo e paganesimo, tra la primavera e l’inverno, tra la luce e le tenebre, tra la vita e la morte.Le strade del paese si animano già all’alba del giorno di Pasqua per questa presenza remota che si perpetua costantemente.La morte, vestita con una tuta gialla, ed un’orrenda maschera anch’essa gialla, con una balestra in mano e due diavoli, che indossano tute rosse, con il volto celato da maschere di latta sormontate da un paio di coma e le spalle coperte da pelli di agnello, si aggirano rumorosamente per le vie del paese fermando i passanti, catturandoli ed impadronendosi simbolicamente delle loro anime.Nel primo pomeriggio, nel Corso Umberto (il corso principale del paese) ed in altri cinque punti dislocati in varie zone di Prizzi, si verifica la scena madre.I diavoli e la morte tenteranno di impedire l’incontro festoso tra le statue del Cristo Risorto e della Madonna correndo di qua e di là frenetici e, nell’incontro ravvicinato tra il Cristo e la Madre, il manto nero di quest’ultima cadrà per terra cedendo il posto a quello azzurro smagliante, mentre i diavoli e la morte, perduta la baldanza mattutina, cadranno uccisi dagli angeli incitati dalla banda musicale e dalla popolazione festante.
Da: http://www.comune.prizzi.pa.it