Tornata in voga nel 2008 dopo decenni di assenza, la manifestazione è organizzata dalla Pro Loco e dalle associazioni di Montelepre in collaborazione con l’Amministrazione comunale e… migliaia di spettatori-attori.
Fino agli anni 70 del secolo scorso il carnevale monteleprino seguì la classica tradizione siciliana: già dal primo giovedì per le strade del paese ci si imbatteva in molti “mascarati” – ma sarebbe meglio dire “abbinnati” – poiché, data la ristrettezza economica del tempo, non era possibile acquistare maschere. Ci si limitava a coprirsi il volto con bende “naif” (spesso tendaggi dismessi) o camuffarsi con abiti vecchi.
Non esistevano sale da ballo. Ma in ogni quartiere erano molte le abitazioni dove c’era “u suonu” e si poteva ballare tranquillamente tra mascarati, con la grande ospitalità del padrone di casa che offriva un buon bicchiere di vino e “pane e alive”.
Va da sé che in quel periodo le trasgressioni non erano all’ordine del giorno e il carnevale era l’occasione tanto agognata per entrare in “stretto contatto” con le fidanzate, le amanti o il pretesto per possibili conquiste.
Ma il carnevale non era soltanto una festa privata. Data la sua origine tra le festività pagane, essa nasceva per esorcizzare gli spiriti invernali e necessitava di manifestazioni pubbliche. Da qui la presenza de “u nannu”, esposto e poi bruciato, e le sfilate per le vie del paese, che a Montelepre ebbero particolarmente successo: prima con le “passiate” di muli e cavalli, mascherati e cavalcati per dare spettacolo; poi con parate disorganizzate di giovani “mascarati”.
Sul finire degli anni 70 il carnevale monteleprino cominciò a differenziarsi da quello dei paesi limitrofi, che preferirono optare per l’organizzazione di sale da ballo dove trascorrere le serate.
La genialità del monteleprino e la sua ormai acclamata propensione alla musica fecero sì che il nostro carnevale privilegiasse la forma della sfilata, sostituendo alla spettacolarità della parata equina la giovaliatà del corteo di “mascarati”. Li accompagnava una disorganizzatissima banda musicale, composta da qualche vero musicista e da una miriade di improvvisati strimpellanti armati di strumenti di fortuna (coperchi di pentole, vacili e soprattutto “rinali” che si recuperavano giorni prima al “munnizzaro” comunale).
Con il passare degli anni la sfilata della banda fu sempre più seguita da un corteo, in cui trovavano posto le più svariate pantomine: tra queste un grottesco matrimonio con relativi sposi e invitati.
Nei primi anni ottanta il carnevale monteleprino subì un periodo di crisi: i giovani preferirono andare a “cuccare” nelle sale dei paesi vicini e senza il loro vitale contributo il carnevale si spense, limitandosi a qualche serata da ballo nelle poche case dove ancora “si suonava”.
Il 1984 è l’anno della svolta, segnato da un passaggio di consegna generazionale. Dal gruppo della Banda (Antonio Licari detto “Pinu Palummu”, Totò Riccobono detto “Cardacìa”, Pino Cristiano detto “Ciccillo”, Salvino Licari detto “Don Salvinu” etc. etc.) si passò alla “New Cess Band”, formata dalla generazione del “Crebby” (Nino Plano, Maurizio Pizzurro, Salvatore Purpura, Mimmo Puntorno, Giacomo Di Noto, etc. etc.).
Molte cose cambiarono a Montelepre in quel periodo, ma qui ci limitiamo al racconto della rinascita del carnevale. In quell’anno venne organizzato per la prima volta in forma solenne “U Matrimoniu”: un evento incredibile che portò per le strade migliaia di persone, coinvolgendo tutto il paese nella rappresentazione goliardica (di cui esiste un filmato). Si stamparono le partecipazioni su carta “ri carnizzieri”, quella grigia, e distribuite in tutto il paese con l’accompagnamento della Banda musicale. Fu esposta la biancheria in Piazza Principe di Piemonte. Si radunò il corteo nuziale dopo la cerimonia.
Per la prima volta il disordine tipico del carnevale veniva organizzato! Tutto il paese fu in festa e tutti parteciparono in maschera alla manifestazione: vecchie divise militari, auto e moto d’epoca, abiti da cerimonia fuori moda, personaggi bizzarri, maschere di ogni tipo.
Dopo una carnascialesca cerimonia nuziale, il corteo sfilò come in processione per le vie del paese: fu forse questa l’arma vincente del primo carnevale monteleprino organizzato: no sale da ballo, dove chiudersi fino al mattino; no sfilata di carri con soli spettatori, ma corteo umano, vivo, attivo, partecipato, che crebbe di numero al passaggio in ogni quartiere, che contagiò chiunque incontrò sul suo percorso.
Fu sicuramente il carnevale più vivace della Sicilia. L’esperienza venne ripetuta l’anno successivo con accresciuto successo, ma 12 mesi dopo, come spesso accade a Montelepre, venne meno lo spirito e la voglia di ripeterlo. Si perse la continuità e il matrimonio non venne più organizzato.
Tra il finire degli anni 80 e la prima metà degli anni 90 le sfilate di carnevale comunque continuarono: stavolta con carri allestiti artigianalmente e con discreto successo. Ma non fu più quel carnevale!
Nel 2008, grazie all’impegno di alcune associazioni locali, prima fra tutte l’ATMA, si decise di rimettere in piedi “U Matrimoniu”. Il successo fu folgorante, perchè Montelepre – ricordiamolo – è un paese che ama rappresentare. Non dimentichiamo – con le dovute distanze – la processione del Venerdì Santo, ormai divenuta manifestazione di richiamo regionale.
Fu riproposta la formula del 1984, ma con maggiore organizzazione: vennero coinvolte tutte le associazioni locali e l’Amministrazione Comunale. A febbraio del 2009 l’evento fu ripetuto: un successone! Da allora il carnevale monteleprino è tornato ad essere unico nel suo genere.
Le recenti edizioni hanno registrato un incredibile numero di presenze, molte delle quali giunte dai comuni limitrofi. Il corteo è stato colorato da centinaia e centinaia di partecipanti: singoli in maschera e gruppi a tema; il banchetto nuziale arricchito da degustazioni di prodotti tipici; le danze sono proseguite a notte fonda nei locali che hanno organizzato i veglioni carnevaleschi.
Anche quest’anno “U Matrimoniu” offrirà ai partecipanti la possibilità di prendere parte alla “celebrazione” non da semplici spettatori, ma da autentici protagonisti.
(fonte: MontelepreWeb.it – testo a cura di Nino Plano)