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Henriette Karra, un'arabo-israeliana di appena 17 anni, è stata uccisa a causa dell'amore per un ragazzo di fede musulmana. Una storia agghiacciante e che ha avuto una vasta eco, tant'è che ne parla anche uno dei giornali più importanti al mondo, il "Washington Post", che cita l'israeliano "Haaretz". La famiglia non accettava il suo fidanzamento e così, dopo mesi di liti, ha deciso di tenderle un agguato e ucciderla. La giovanissima è stata ritrovata in una pozza di sangue il 13 giugno scorso nella casa di famiglia a Ramla, nel centro di Israele. La ragazza presentava diverse ferite da arma da taglio al collo, probabile sintomo di un accanimento violento sul suo corpo.

La indagini della polizia hanno portato ora all'arresto di tre persone: il padre 58enne Sami, lo zio paterno e la madre Aliham, tutti accusati di aver partecipato alla preparazione e all'agguato mortale dell'adolescente. Esecutore materiale del brutale accoltellamento sarebbe stato il padre, aiutato da suo fratello. Secondo gli inquirenti lo scontro tra la 17enne e i familiari andava avanti da alcuni mesi dopo che la famiglia di religione cristiana aveva scoperto il rapporto della giovane con ragazzo musulmano, poi finito anche in carcere, ma si era esasperato quando l'adolescente aveva annunciato la sua prossima conversione all'islam.

Dopo essere stata picchiata dal padre, la ragazza era andata a stare con la madre del suo fidanzato ma la sua famiglia l'ha rintracciata convincendola poi a rientrare pochi giorni prima dell'omicidio. Per gli inquirenti era solo un trucco per ucciderla in quanto ritenuta un disonore per la famiglia. Dal carcere il padre, lo zio e la madre si difendono negando ogni accusa.