Massimiliano Milazzo venne ucciso il 30 giugno del 2013 nelle campagne di Misilmeri e il suo corpo fu trovato carbonizzato e con le mani mozzate. A due anni di distanza i carabinieri hanno arrestato Giuseppe Correnti, 51 anni, e Pasquale Merendino, 3 anni, ritenuti responsabili dell'omicidio e della distruzione del cadavere.
Milazzo era scomparso la sera del 26 giugno. Una coppietta che si era appartata aveva trovato il corpo in contrada Rasalajme e aveva avvisato, con una telefonata anonima, il proprietario del terreno.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, con l'inganno, le due persone arrestate avrebbero portato Milazzoo in aperta campagna, l'avrebbero picchiato e ucciso, gli avrebbero mozzato le mani, quindi ne avrebbero bruciato il cadavere. Il movente del delitto è da ricondurre ad un atteggiamento poco rispettoso della vittima nei confronti di alcuni membri della famiglia Merendino: Milazzo sarebbe stato accusato di alcuni furti e di spacciare nei pressi delle loro abitazioni.
Nel corso delle indagini gli inquirenti si sono concentrati sugli ultimi spostamenti della vittima e, con l'acquisizione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza, hanno acquisito importanti elementi. Da quanto visionato, emerge che il 26 giugno del 2013 la vittima era in un bar, dove incontrò Giuseppe Correnti e Pasquale Merendino, prima di allontanarsi, alle 19.45, a bordo di una Fiat Uno condotta da Merendino. La stessa auto, con a bordo i due, è stata ripresa da una telecamera nei pressi del terreno in cui fu trovato il cadavere. Le immagini, inoltre, documentavano che, dopo che Milazzo si era allontanato dal bar, il nipote di Pasquale Merendino, rivolgendosi ad alcuni suoi amici affacciati a un balcone, aveva mimato chiaramente i gesti del taglio delle mani e di un pestaggio, rivolgendo loro frasi che avrebbero avvalorato l'ipotesi investigativa.
Il taglio delle mani – hanno spiegato i carabinieri – mutilazione di elevato valore simbolico che rievoca la punizione inflitta ai responsabili di furti, è stato praticato, verosimilmente, con un attrezzo agricolo compatibile con una zappa.