Straordinari monumenti della natura siciliana.
- Gli ulivi monumentali di Ficarra sono uno spettacolo della natura.
- Nel paesino in provincia di Messina, c’è un percorso sulle tracce del Gattopardo.
- Qui si cammina tra storia, personaggi e ulivi plurisecolari.
La natura siciliana è stata in grado di creare, nel corso dei secoli, vere e proprie opere d’arte. Paesaggi che sembrano realizzati dal più abile degli artisti, grotte come merletti, angoli quasi dipinti e alberi torniti come statue. Sapete che a Ficarra, in provincia di Messina, si trovano degli ulivi così speciali da poter diventare personaggi del Gattopardo? E non solo. Questo paesino sorge sui Nebrodi, tra boschi e alberi maestosi, in un territorio diviso su tre colline. Il nome è assimilabile all’arabo “fakhar”, cioè “glorioso“. Un toponimo corretto, soprattutto in ragione della presenza dei meravigliosi ulivi monumentali di Ficarra.
Ulivi monumentali di Ficarra, trionfo di bellezza
Nel versante ovest, sotto il crinale dell’abitato, ci sono ulivi plurisecolari e monumentali, che hanno oltre settecento anni. Nel 2014 è nato un itinerario extra-urbano, l’itinerario storico-naturalistico “Sulle tracce del Gattopardo”. Ma cosa c’entra il celebre romanzo? C’entra, eccome. Tra l’opera di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e il borgo, infatti, è sempre esistito un profondo legame. Ficarra ha ispirato lo scrittore per paesaggi, episodi e personaggi (come si legge nel saggio “Tomasi di Lampedusa e i luoghi del Gattopardo” di Maria Antonietta Ferraloro).
Gli alberi del Gattopardo
Tutto ruota intorno ai bellissimi ulivi monumentali di Ficarra. La storia del borgo ha un profondo legame con questi alberi e con il paesaggio olivicolo. Si tratta di straordinari monumenti della natura, testimonianze del passato. Gli alberi portano il nome di personaggi storici e letterari, come Lucio Piccolo, Tomasi di Lampedusa, Agata Giovanna, Casimiro Piccolo, Barone Francesco Malvica, Don Ciccio Tumeo, Don Onofrio Rotolo e l’albero-soldato. Giuseppe Tomasi di Lampedusa giunse a Ficarra da sfollato, insieme alla madre e alla moglie, nella tragica estate del 1943. Vi rimase tre mesi. Questo soggiorno, sebbene breve, fu fonte di grande ispirazione per il suo romanzo. Oggi, camminando tra gli alberi, ci si sente in un viaggio nel tempo, nella Sicilia di una volta raccontata dallo scrittore.