Con i loro tronchi contorti dal diametro di oltre 5 metri, sono veri e propri giganti delle campagne. Sono antichi, longevi, fruttuosi e bellissimi. Gli ulivi saraceni di Chiaramonte Gulfi (Ragusa) sono un vero e proprio patrimonio da ammirare. Costituiscono un tipico paesaggio siciliano, uno scorcio da cartolina che, certo, non è dei più tipici, ma non per questo è privo di fascino. La presenza nel territorio chiaramontano di un certo numero di alberi caratterizzati da tronchi molto grossi (pensate che possono raggiungere i 10 metri di circonferenza), induce a pensare ad alcuni impianti risalenti all’epoca della dominazione araba e al successivo periodo normanno.
Gli ulivi di Chiaramonte, dunque, sono stati piantati secoli fa: sono longevi, hanno vissuto diverse epoche storiche e sono riusciti a sopravvivere a intemperie, sofferenze, calamità e vicende storiche. Maestosi ma discreti, sono testimoni silenziosi della storia, delle epoche e delle civiltà. Viene da chiedersi cosa potrebbero raccontarci, certi del fatto che avrebbero molto da dire. Il loro silenzio si diffonde nei luoghi circostanti e il paesaggio ammira le forme barocche dei loro rami e dei tronchi, contorti, ma armoniosi. Alcune antiche fonti parlano degli ulivi saraceni di Chiaramonte Gulfi in questo modo: “Nel secolo XII gli oliveti si allargavano, grazie ad una mentalità che cercava utili che andassero al di là della propria generazione; proprio per significare questo il vescovo di Catania Angerio volle che nel suo epitaffio si scrivesse: coltivai innumerevoli fichi, viti e ulivi”.
Foto: GiovanniVitoMarletta