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Un progetto per la legalità da Chiaramonte a Troina: cento asini ragusani ripopoleranno i boschi sottratti alla mafia

La collaborazione tra la cooperativa sociale “Nostra Signora di Gulfi” ed il comune di Troina: il privato sociale collabora con l’ente pubblico per il riscatto della Sicilia. Gli esemplari di razza protetta sono stati trasferiti a giugno nei Nebrodi. Domenica è in programma il rito della “transumanza”

 

Migliaia di ettari di bosco sottratti alla mafia. Il comune di Troina ha avviato il recupero dell’antico bosco, in passato affidato in gestione ad aziende legate alla criminalità organizzata. Il progetto del sindaco, Fabio Venezia, che da tempo vive sotto scorta, è quello di riappropriarsi dei terreni di sua proprietà nei Nebrodi e di tornare ad utilizzarli direttamente. A questo progetto ha collaborato, in modo importante, Gianvito Distefano, presidente della cooperativa “Nostra Signora di Gulfi” di Chiaramonte, che ha fornito gli asini di razza ragusana per ripopolare il bosco ed avviare un’attività zootecnica.

 In quei terreni che il comune aveva avuto in dono, quasi 900 anni fa, in dono dal re normanno Ruggero, è stata avviata un’attività agricola, che prevede la valorizzazione del bosco. È stata costituita un’azienda pubblica, interamente di proprietà del comune, che ha già avviato l’attività nei primi 1000 ettari (dei 4200 di proprietà dell’ente). I boschi demaniali sono stati sottratti alle aziende, molte delle quali legate alla mafia, che li gestivano dietro il pagamento di un canone esiguo (da 12 ai 30 euro l’ettaro l’anno) riuscendo però ad incassare lucrosi contributi dall’Unione Europea.

Uno dei progetti della nuova azienda di proprietà del Comune è quello di avviare un allevamento di animali in via d’estinzione. Cento asini di razza ragusana sono stati messi a disposizione dalla cooperativa Nostra Signora di Gulfi. Il comune li ha acquistati ed oggi di essi si occupano i primi sei giovani assunti dall’azienda che stanno avviando l’attività di produzione del latte. Gli asini sono arrivati a Troina a giugno e domenica prossima è in programma l’antico rito della “transumanza”, con lo spostamento degli animali a quote più basse, dove potranno pascolare nel periodo invernale, con temperature più miti rispetto a quelle di montagna. È uno dei riti più antichi della cultura contadina siciliana, documentato fin dal Medioevo.

«Il nostro obiettivo – spiega il sindacodi Troina, Fabio Venezia – è avviare un progetto importante per il territorio. Abbiamo sottratto questi terreni all’economia illegale e avremo la possibilità di gestirli direttamente. È un grande progetto e la cooperativa “Nostra Signora di Gulfi” sta collaborando con noi con grande generosità. Con loro abbiamo creato una sinergia per la promozione del territorio e per consentire ai giovani di trovare occupazione. Una delle attività sarà la valorizzazione di specie in via d’estinzione, come gli asini ragusani. Essi forniranno pregiato latte d’asina. Nasce un’economia virtuosa che prenderà il posto di quella che, per anni, ha impoverito questa terra. Inoltre, avvieremo anche un’attività sociale. Cinque asinelli saranno a disposizione dell’Oasi di Troina per la terapia assistita riabilitativa con gli animali».

«Abbiamo sposato il progetto del Comune di Troina – spiega Gianvito Distefano  – Abbiamo messo a disposizione i nostri cento asini e, per il momento, abbiamo rinunciato all’allevamento. È un percorso verso la legalità a cui collaboriamo volentieri. Domenica prossima saremo a Troina per partecipare alla “transumanza”. I giovani già assunti dall’azienda di proprietà del Comune sono il segnale di un riscatto della nostra terra, affidato ad un’economia legale ed etica che potrà lasciarsi alle spalle anni di retaggi del passato e costruire un futuro di sviluppo e di legalità, evitando le infiltrazioni mafiose»

Staff Siciliafan