Rivoluzione nel trattamento del tumore del polmone: si tratta di una nuova immunoterapia oncologica a base di pembrolizumab. Quello ai polmoni è il terzo tumore più diffuso in Italia con oltre 41mila nuovi casi registrati nel 2016. Il trattamento primario non sarà più la chemioterapia ma una cura immuno-oncologica. L'AIFA (Agenzia italiana del Farmaco) ha infatti stabilito la rimborsabilità del medicinale non solo in prima linea ma anche in pazienti già trattati con la chemio. La Pembrolizumab rappresenta la prima molecola immuno-oncologica resa disponibile nel nostro Paese per il trattamento del carcinoma polmonare.
"Il melanoma ha rappresentato il modello per l'applicazione di questo approccio innovativo che ora si sta estendendo con successo a diversi tipi di tumore come quello del polmone, particolarmente difficile da trattare", spiega il professor Carmine Pinto, presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica). Lo studio Keynote-024, pubblicato sul "New England Journal of Medicine", è stato condotto su più di 300 persone e ha dimostrato che a 1 anno dalle cure il 70% dei pazienti trattati con pembrolizumab è vivo rispetto a circa il 50% con chemioterapia. Sono stati osservati un 40% di riduzione del rischio di morte e un 50% di riduzione del rischio di progressione della malattia nei pazienti trattati con pembrolizumab.
"I dati che hanno portato all'approvazione del farmaco, prima negli Stati Uniti poi in Europa, sono rivoluzionari, perché per la prima volta in oltre 40 anni un gruppo di pazienti ha ricevuto un vantaggio in termini di sopravvivenza in prima linea con una molecola immuno-oncologica al posto della tradizionale chemioterapia", afferma il professor Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica all'Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano.
Per adesso potranno accedere alla cura i pazienti italiani colpiti da carcinoma polmonare non a piccole cellule in fase avanzata che esprimono il biomarcatore PD-L1. L'immunoterapia risulta più efficace con i pazienti che hanno un elevato livello di PD-L1. Tuttavia Sono molto ampie le prospettive di utilizzo della molecola anche nei malati che non esprimono il biomarcatore PD-L1. "Recentemente la Food and Drug Administration (FDA), l'ente regolatorio americano ha approvato la combinazione pembrolizumab e chemioterapia anche per i pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule il cui tumore esprima bassi livelli di PD-L1 o in assenza di PD-L1", siega De Marinis.
Complessivamente un ciclo di trattamento di circa due ore di infusione dovrebbe costare al Servizio Santario Nazionale circa 6mila euro, come stima il "Corriere della Sera", e potrà essere utilizzato su 5-6mila pazienti l'anno. "Sostenibilità per la sanità pubblica e garanzia di accesso per tutti i pazienti alle migliori cure non sono elementi in contraddizione, se si definisce il perimetro di valore e costo e di reale impatto di innovatività di un farmaco. L'AIOM, fortemente impegnata per garantire sostenibilità e accesso, ha richiesto e sostenuto un Fondo Nazionale per i farmaci innovativi in Oncologia, che sarà di 500 milioni di euro per il 2017 e che verrà attuato secondo i criteri di definizione di innovatività previsti dall'AIFA", conclude Pinto.