Da maggio 2015 i lavoratori potranno chiedere il pagamento del TFR nella busta paga mensile (si legga Legge di Stabilità 2015). Il datore di lavoro sarà costretto a pagare la QUIR (quota integrativa della retribuzione) che sarà per l’appunto la nuova voce nella busta paga.
Tutti i dipendenti che attiveranno questa forma di Trattamento di Fine Rapporto (TFR) dovranno pensarci bene, perché la scelta sarà irrevocabile, almeno sino a giugno 2018.
La legge di Stabilità (commi 26 -> 35) ha introdotto in via sperimentale il TFR in busta paga mensile. Ad usufruire di questa possibilità saranno tutti i dipendenti delle aziende private, ad eccezione dei lavoratori domestici e degli agricoltori, quest'ultimi che godranno di altri benefici.
Per avare il TFR in busta baga mensile, si necessita di un contratto di lavoro pregresso di almeno 6 mesi. Se si hanno tali requisiti, e pattuito l’accordo con l’azienda, nel classico cedolino mensile spunterà la nuova voce QUIR.
PERCHE' IL GOVERNO HA OPTATO PER IL TFR IN BUSTA?
L’idea del governo è stata quella di dare un netto più corposo in busta paga, vista l’esigenza di molte famiglie di uno stipendio più elevato. La soluzione è in via sperimentale e solo nel 2018 sarà possibile trarre le somme di questa manovra che pare tuttavia non trovare il successo desiderato fra i lavoratori.
Tale malcontento sembra essere legato alla doppia tassazione: nel TFR calcolato ed erogato mensilmente nella busta paga degli aderenti, sarà inoltre sottratto lo 0,3% da destinare all’INPS.
VOI COSA NE PENSATE?