PALERMO – Sulle pagine di PalermoToday si legge oggi di una vicenda surreale. Un'intera palazzina era allacciata abusivamente alla luce di un panificio appena aperto e, di fronte alle richieste dei titolari di interrompere l'approvvigionamento, gli abitanti del palazzo hanno reagito con minacce fisiche e simboliche (creando, ad esempio, delle croci con i filoni di pane).
Sono partite le denunce alle forze dell'ordine, ma nell'ottobre del 2015 i titolari, una giovane coppia, hanno dovuto chiudere bottega. A raccontare la vicenda è Miriam La Barbera, giovane mamma che aveva aperto il panificio in via Salvatore Morso, nella zona di corso Tukory. Quando sono arrivate le prime bollette da 500 e 1.000 euro, i titolari si sono insospettiti, anche perché avevano il forno a legna e pochissimi elettrodomestici. Si sono rivolti all'Enel che, effettivamente ha riscontrato che il contatore girava velocemente, nonostante fosse tutto staccato.
Ecco cosa si legge:
"Mi dicevano di averne bisogno e anzi in un primo momento ci siamo pure proposti di lasciarglielo fare facendogli pagare qualcosa. Le donne mi dicevano che avrebbe dovuto essere il nostro contributo per le ‘famiglie dei carcerati’, questo hanno detto".
E ancora:
"Due signore sono entrate nel panificio inveendo contro di me, che avevo in braccio mia figlia di nove mesi. ‘Un mi scantu i’tia, ti friddulìu (ti taglio tutta, ndr)’”. E poi giù con il lancio di biscotti e bottiglie. Nel frattempo a dar manforte era arrivato anche il fidanzato di una ragazza, che non ha gradito la chiamata al 112. "Avete già le casse da morto pronte se vengono gli sbirri o l’Enel”, gli avrebbe gridato un giovane di Ballarò. Poco dopo è arrivata una pattuglia di carabinieri del Nucleo Radiomobile. "Ci hanno invitato ad allontanarci – conclude la ragazza – perché restare lì non sarebbe stato sicuro". Quell’episodio è l’ultimo di una storia denunciata ai carabinieri della stazione Scalo, seguita solo dalla chiusura definitiva del "forno" e dall’amarezza di un fallimento imprenditoriale indotto da un sistema tutt’altro che infallibile.
Dopo qualche accertamento dei militari, ad oggi, sembrerebbe che nessun fascicolo sia stato aperto in Procura. Una denuncia caduta forse nel vuoto. Come i sogni dei due giovani imprenditori palermitani che pensavano di mettere su famiglia e vivere con il sudore della fronte, alzandosi alle 5 del mattino per preparare pane e pizza.