Arte e cultura

Ustica, il mare restituisce un tesoro: recuperata anfora del IV-V secolo d.C.

Il mare di Ustica restituisce un nuovo tesoro. Il nucleo subacqueo della Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana ha recuperato un’anfora “Spatheion”, individuata nei fondali del porto, a 10 metri di profondità, nella zona della banchina “Taormina”.

Il mare di Ustica restituisce un’antica anfora

L’anfora, che risale al IV-V secolo d.C., era su un fondale di sabbia misto a roccia, parzialmente sepolta. L’ha rinvenuta Alessandro Gallo del Mare Nostrum Diving, che ha subito avvertito la Soprintendenza del Mare. Si è immediatamente intervenuti, scongiurando il pericolo di trafugazione (considerate la bassa profondità del fondale e l’elevata frequentazione della zona).

Alle operazioni di recupero, effettuate dai subacquei della Soprintendenza Salvo Emma e Aurelio Vaccaro, presenti anche alcuni giovani subacquei sardi, che si trovavano a Ustica per lo stage finale dell’Asinara Camp. Asinara Camp è un progetto di formazione e sensibilizzazione verso il mare e i suoi molteplici aspetti, organizzato dalla scuola di immersione “I sette mari” di Porto Torres, in Sardegna.

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Dieci giovani, accompagnati dall’istruttore Luca Occulto, hanno assistito proprio sott’acqua alla fase di recupero dell’anfora. Hanno mostrato un grande interesse per questo aspetto legato al loro piano formativo, che include biologia marina, ecologia ed educazione ambientale.

Il recupero

Tutte le operazioni sono avvenute in sinergia con le realtà del territorio. Fondamentale, dunque, la collaborazione del Mare Nostrum Diving di Ustica, che ha messo a disposizione i mezzi nautici e l’assistenza in acqua, così come l’assistenza in acqua della Delegazione di Spiaggia della Capitaneria di Porto, comandata dal C° 1ª Cl. Np Aldo Spagnolo. Ancora, importantissimo il contributo dell’Area Marina Protetta “Isola di Ustica”: al Direttore, Davide Bruno, è stato consegnato in affidamento temporaneo il reperto per le prime necessarie operazioni di dissalazione.

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Soddisfazione nelle parole del Soprintendente del Mare, Ferdinando Maurici: “Un’ulteriore testimonianza del passato viene restituita all’isola di Ustica, andando ad arricchire le tracce lasciate in questo luogo dalle popolazioni antiche. Il reperto, dopo i primi necessari interventi, sarà esposto in una delle sedi istituzionali dell’Isola, per la pubblica fruizione“.

“Contatterò il Direttore del Parco archeologico di Himera, Mimmo Targia, da cui dipende il museo archeologico di Ustica per concordare l’esposizione dell’anfora all’interno del Museo archeologico di Ustica“, aggiunge Maurici.

“Siamo particolarmente orgogliosi, inoltre, di avere contribuito all’esperienza dei ragazzi dell’Asinara Camp. Un’esperienza che, sono certo, porteranno con loro tutta la vita, imparando a rispettare ancora di più il mare e la cultura legata ad esso”, conclude il Soprintendente Maurici.

Gli itinerari subacquei di Ustica

Nell’isoletta, al momento, sono fruibili due itinerari archeologici sommersi, creati dalla Soprintendenza del Mare e riservati ai subacquei in possesso di brevetto. Il primo, nei fondali di Punta Falconiera, permette di ammirare fino ai 30 metri di profondità anfore e ancore che vanno dal romano a quello moderno.

Il secondo itinerario, a Cala Spalmatore, è costituito da ancore di diversa tipologia ed epoca storica, dalle più antiche ancore in pietra alle più moderne ancore del tipo “Ammiragliato”, passando per numerosi ceppi in piombo di epoca romana. Testimonianze che dimostrano come questo sito sia stato luogo di ancoraggi fin dall’epoca antica.

Gli itinerari, vi ricordiamo, sono fruibili dai subacquei accompagnati dai diving center autorizzati. L’elenco dei centri autorizzati è consultabile sul sito web della Soprintendenza del Mare.

Foto via Facebook /sopamare.

Redazione