PALERMO – Sulla tomba della nonna hanno trovato incisi i nomi di due sconosciuti, un uomo e una donna. È accaduto al cimitero dei Rotoli di Palermo e la notizia ha suscitato molto scalpore. Lo scorso agosto due fratelli di 50 anni avevano portato un mazzo di fiori alla parente ma si erano accorti che sulla tomba comparivano altri nomi e altre foto. Inevitabile la denuncia. Secondo l'avvocato dei due fratelli, Antonino Soresi, "sembra che la sepoltura sia stata aperta senza autorizzazione".
Lo scorso luglio l'impiegato di un'agenzia funebre si era presentato a casa di uno dei due fratelli, a Bagheria, per fargli firmare alcuni "documenti urgenti", una liberatoria per consentire la tumulazione di un pensionato morto nel 2014, "millantando una parentela con il reale titolare della concessione", spiega il legale. Altri casi di sepolture abusive sarebbero stati segnalati ai Rotoli.
LA REPLICA DEL COMUNE DI PALERMO in una nota
In riferimento alla notizia apparsa in data odierna sulla stampa cittadina, si ritiene utile chiarire che i fatti erano noti all'Amministrazione, in quanto già nel mese di marzo gli Uffici competenti ne avevano riferito alla Procura della Repubblica, fatto che peraltro ha reso obbligatoria la necessaria riservatezza per rispetto delle procedure d'indagine in corso. Le notizie riportate oggi e riferibili a dichiarazioni rilasciate da un avvocato delle parti in causa contengono peraltro una grave inesattezza, in quanto non vi è alcun caso di "salme sparite" ma semplicemente vi sono 8 (e non 10) salme che risultano regolarmente nel sepolcro, ancorché riunite in cassetta ossario.
Quanto avvenuto è che nel 2007 un soggetto privato ha millantato parentela con il concesionario fondatore del sepolcro ed ha quindi potuto godere (illegittimamente) del diritto di sepoltura. A seguito delle verifiche eseguite dagli Uffici, è stata verificata la contraffazione di una firma e pertanto si è proceduto alla traslazione della salma illegittimamente tumulata, presso altra sede. Il figlio erede del fondatore del sepolcro ha ricevuto autorizzazione a lavori di manutenzione nel 2015 (prima della scoperta della contraffazione della firma).
Quanto alla lamentela della mancata preventiva informazione ai legittimi discendenti, si ribadisce che gli Uffici sono stati tenuti ai doveri di riservatezza imposti dalle attività di indagine in corso, ma che il legale di parte è stato informato (a richiesta) su ogni aspetto della vicenda e nello specifico dell'attenzione con cui gli Uffici hanno seguito la vicenda.