In un certo senso Lilly Ross e Andy Sandness possono considerarsi uniti da un volto. Lei è la vedova di Calen Ross, 21 anni, che nel 2016 si suicidò sparandosi; Andy è un 32enne che ha ricevuto in trapianto il volto di Calen 16 mesi fa e ora si è sentito pronto a incontrare la donna. "Volevo mostrarti che il tuo regalo non è andato sprecato", ha detto Andy a Lilly nell’incontro avvenuto nella biblioteca della Mayo Clinic di Rochester, in Minnesota (Stati Uniti), dove era avvenuto il trapianto. La stampa americana non lesina immagini, che sono anche abbastanza forti.
Lei ha deciso di donare gli organi del marito dopo la tragica fine, avvenuta quando aspettava il loro primo figlio, Leonard, che ora ha quasi 2 anni. Due storie parallele di suicidio perché anche Andy era sfigurato, anzi, aveva in pratica perso la faccia dopo un tentativo di suicidio nel 2006. Aveva la stessa età di Calen. Sandness non aveva più il naso e la bocca. Gli erano rimasti solo due denti e aveva perso parte della visione dall’occhio sinistro. Per molto tempo ha avuto bisogno di respirazione e alimentazione assistita, fino alla decisione dei medici per il trapianto. La maratona in sala operatoria, nel giugno 2016, durò 56 ore: 24 ore per rimuovere ossa, muscoli, pelle e nervi del donatore e altre 32 per impiantarli sul volto di Sandness.
"Quando mi hanno proposto la donazione di faccia all’inizio ero scettica, non volevo andare in giro e vedere tutto d’un tratto Calen", dice oggi la vedova. La donna è poi stata rassicurata perché fronte e occhi erano del ricevente e mai avrebbe potuto riconoscerlo come suo marito. Così alla fine ha acconsentito. Durante l’incontro non ha visto tanto il volto del marito, quanto un uomo la cui vita era cambiata attraverso il dono del marito: "Volevo che mio figlio capisse che il padre aveva aiutato altre persone".