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Sempre più spesso, in questi giorni, si sente parlare dei vermocane: noti anche come vermi di fuoco, stanno diventando un problema per le specie che popolano il mar Mediterraneo e per i pescatori, che possono ritrovarsi con le reti saccheggiate. Se, fino a poco tempo fa, stavano nell’area del canale di Suez, con il riscaldamento dei mari hanno fatto capolino anche nelle acque di Sicilia, Calabria e Puglia.

La loro presenza preoccupa i biologi e non solo. Sono predatori insaziabili, voracissimi e carnivori, con aculei pieni di tossine urticanti e capaci di rigenerarsi quando vengono spezzati in due. Il loro nome scientifico è Hermodice carunculata e “sono aumentati notevolmente nei mari di Sicilia, Calabria e Puglia – spiegano all’Ansa i biologi del laboratorio che l’Ogs, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste ha aperto a Panarea e a Milazzo proprio per studiarli – tanto che sarà necessaria una campagna per informare i cittadini e i turisti della loro presenza. Capita di trovarli anche fino a riva”.

I vermocane sono pericolosi?

Anche solo guardandoli in foto, non fanno certo una bella impressione, sebbene siano molto colorati. Possono raggiungere una lunghezza di un metro e le loro tossine urticanti generano edemi e pruriti. Quando si viene a contatto con loro, l’effetto è simile a quello della medusa: una scarica urticante che causa bruciori, pruriti, eritemi e forme di parestesia, cioè di intorpidimento.

I biologi hanno spiegato che, pur essendo riusciti a isolare le sostanze tossiche prodotte dai vermocane, siamo ancora lontani da eventuali rimedi contro le punture. “Se la puntura avviene in punti in cui la pelle è spessa – osserva Roberto Simonini, fisiologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia – si sente un bruciore localizzato, simile a quello provocato dall’ortica, ma se vengono punte zone in cui la pelle è più sottile, come l’incavo del gomito o quello del ginocchio, allora il dolore è decisamente forte e duraturo. Nel caso di una puntura ai polsi, per esempio, si può avvertire un intorpidimento alle estremità delle dita e può essere necessaria una pomata al cortisone“.

Foto di Diego Delso, CC BY-SA 4.0.

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