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Via Maqueda è una delle strade più famose del centro di Palermo, ma quanti sanno perché si chiama così? Oggi scopriremo come mai il vicerè Bernardino de Cardines, duca di Maqueda, ha conquistato un posto d’onore nella storia del capoluogo siciliano. Giunse a Palermo nell’aprile del 1598, per sostituire il vecchio vicerè, il conte di Olivares – e fin qui nulla di strano.

Ciò che è un po’ più singolare, è il fatto che Bernardino de Cardines fosse un pirata. Di fatto, avrebbe dovuto combattere la pirateria che, a quei tempi, era assai diffusa. Con la scusa, però, armava vascelli e li inviava a depredare le navi “nemiche” o presunte tali. Accumulò così schiavi, tesori, tessuti preziosi, spezie e ogni ricchezza.

Quando arrivò a Palermo e divenne vicerè, il Senato cittadino aveva già da tempo stabilito di aprire una nuova strada, perpendicolare al Cassaro. Il duca di Maqueda, quindi, ebbe semplicemente il compito di dare il primo, simbolico, colpo di piccone, il 21 luglio del 1600. Il Pretore e le autorità comunali vollero intitolargli la strada, ma la gente cominciò a chiamarla “strada nuova” o storpiarne il nome in Macqueda.

Strada a parte, Bernardino de Cardines continuò a organizzare le sue attività anche dal Palazzo dei Normanni. La sua cupidigia, però, gli costò cara. Secondo quanto si narra, infatti, in uno dei suoi vascelli scoppiò un’epidemia di peste. Le autorità cittadine impedirono alla nave di attraccare, ma lui era impaziente di vedere i suoi tesori.

Inviò a bordo alcuni medici compiacenti che dichiararono che a bordo non vi era alcun pericolo. Il duca di Maqueda salì insieme ai suoi familiari, i suoi servitori e i più fidati collaboratori: dentro uno dei bauli trovò un cadavere in avanzato stato di putrefazione. Subito si sentì male e cadde a terra. Venne trasportato a terra e morì il 17 dicembre del 1601.

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