Le Vie dei Tesori torna a Ragusa e Scicli per la terza volta di seguito, dal 3 al 18 ottobre. “Sappiamo quanto questa manifestazione abbia preso piede in ambito regionale – spiega il sindaco di Ragusa Giuseppe Cassì – ma soprattutto quanto i visitatori amino scoprire luoghi inediti, particolari, caratteristici. Ci aspettiamo il successo degli anni passati, tenendo conto delle difficoltà attuali”. Vediamo insieme i dettagli sulle proposte delle due città protagoniste.
Il Val di Noto è segnato dal terribile terremoto del 1693 che rase le città e provocò 60mila morti. Ragusa è sempre rinata dalle macerie, più bella di prima. Per Le Vie dei Tesori si svela in dodici tappe-gioiello, due passeggiate e una particolare “caccia al tesoro”. Si parte dal campanile di San Giovanni Battista; si ripercorrono le tracce degli ebrei nell’antica Giudecca per raggiungere il Museo delle Confraternite nella Chiesa dell’Annunziata; dopo aver ammirato il soffitto (pre-sisma) di Sant’Agata ai Cappuccini, non si può perdere il retablo in pietra di San Giorgio, o la tela attribuita a Mattia Preti a Santa Maria dell’Itria, la chiesa dei Cavalieri di Malta; né gli affreschi medievali sopravvissuti di Santa Maria delle Scale.
Si continua con il Cinabro carrettieri, la bottega degli artigiani Damiano Rotella e Biagio Castilletti, tanto amati da Dolce e Gabbana, e Steve McCurry. Tre i palazzi: la residenza liberty degli Antoci, palazzo Arezzo di Trifiletti e palazzo La Rocca. Infine, il piccolo gioiello che da tre edizioni chiude il festival: il teatro Donnafugata, divertissement all’italiana con un’acustica perfetta. Due le passeggiate: al castello di Donnafugata e a cava Celone, inaspettato “canyon mediterraneo”Si può anche partecipare alla divertente “Caccia al balconi” di Tessere Cultura.
Scicli mette insieme un programma di dodici siti, e due passeggiate. Le vere sorprese sono l’apertura per la prima volta di Palazzo Beneventano, e le case scavate nella roccia di Chiafura, abitate dalla povera gente fino agli anni Sessanta. Da non perdere l’antica farmacia Cartia, che sembra essere rimasta all’800; il (rarissimo) portale gotico di Santa Maria della Consolazione; la storia del Convento del Rosari; il Museo del costume e della cucina, profondamente legato al territorio e al “famoso” cioccolato. Due le residenze storiche: oltre al settecentesco Palazzo Beneventano, Palazzo Spadaro, con il ponticello “degli innamorati”, per romantiche promesse. Per chiudere si può salire a San Matteo, per guardare l’intera vallata. Due le passeggiate: una alla scoperta delle chiese rupestri sopravvissute al terremoto e una al borgo trogloditico dei Marafini.
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