Ci sono luoghi per la storia, dove il tempo ha segnato la sua voce, la verità il suo enigma, nel cuore del mediterraneo, a Piazza Armerina nella dolce valle del casale, maestranze, ispirate scrissero, con la pietra, il testamento di tutta l'umanità classica mentre il vento del tempo, seppelliva le sue spoglie, apparì sulle tessere dei mosaici un racconto musivo, che aveva cucito l'eco di infiniti giorni per comporre le sembianze di memoria e cantare ai posteri il cunto, di Ulisse, di Ambrosia, il cunto della caccia e della vendemmia, il cunto dei giganti e quello dell'impero senza dimenticare mai il destino, umano, che nelle sue opere più significative rimane un mistero…."
La Villa Romana del Casale fu costruita tra la fine del sec. III e l'inizio del sec. IV d.C., nell'ambito di un sistema di latifondi appartenenti a potenti famiglie romane, che vi si recavano a caccia o in vacanza. Alcuni studiosi suppongono che la villa fosse appartenuta ad una personalità altolocata della gerarchia dell'Impero Romano (un Console), mentre altri sostengono che la villa sia appartenuta all'Imperatore M. Valerio Massimiano, detto Herculeos Victor.
Abitata anche in eta' araba, la villa fu parzialmente distrutta dai normanni, in seguito, una valanga di fango, provenienti dal monte Mangone, che la sovrasta, la coprì quasi totalmente.
Le prime campagne di scavo a livello scientifico, promosse dal Comune di Piazza Armerina, furono eseguite nell'anno 1881. Gli scavi furono ripresi nel 1935 fino al 1939, ed infine, con l'intervento della Regione Siciliana negli anni 50, fu portato completamente alla luce l'intero complesso, grazie all'opera dell'archeologo Vinicio Gentili.
La morfologia del terreno ha determinato la planimetria molto articolata della villa: vi si possono distinguere una parte residenziale intorno al grande peristilio centrale su cui si affaccia anche la basilica, una zona di rappresentanza con il peristilio ellittico (Xistus) e la grande sala trilobata (Triclinio), il complesso delle terme dal movimentato impianto planimetrico. Il cortile-porticato d'ingresso, a pianta irregolare, funge da cerniera tra queste tre parti. I mosaici furono realizzati da diversi gruppi di maestranze nordafricane che mediavano eredità alessandrine e tendenze siriache.
Ciò che più piacerà ai visitatori, senza dubbio, sono i magnifici mosaici del pavimento, in tutte le sale, che sono di una ricchezza e di una varietà tale che non ci sono paragoni nel mondo.
Sebbene niente possa dare un'idea compiuta della mirabile decorazione musiva di questa fantastica, singolare, misteriosa villa, consapevoli che non si può rendere con parole ciò che può essere gioia solo attraverso gli occhi, vogliamo tuttavia offrire al visitatore la descrizione e una chiave di comprensione dell'immenso tappeto di mosaici pavimentali che ne fanno una gemma inestimabile nella storia dell'arte.