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Villa Whitaker a Palermo, apre al pubblico la stanza di Lilian Moneypenny

Chi meglio di una dama di compagnia può conoscere i segreti della sua padrona? Questo il caso di Lilian Moneypenny, che se nel cognome originario faceva pensare a 007, nella storpiatura palermitana era diventata Nannypenny.

Si tratta della dama di compagnia e confidente di Tina Scalia, moglie di Joseph Isaac Spadafora Whitaker, per tutti Pip, archeologo e ornitologo della famiglia che commercializzò il vino Marsala tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento in Sicilia.

Ecco che la stanza dove visse Lilian, all’interno di Villa Malfitano Whitaker a Palermo, dopo tanto tempo, è pronta per essere mostrata al pubblico, su iniziativa della Fondazione Le Vie dei Tesori.

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Una stanza dove sbucano velette, cappellini leziosi, guanti, pochette, un bavero di volpe e persino un casco da esploratore, che probabilmente Tina indossava quando accompagnava il marito nelle esplorazioni all’isola di Mozia.

Dalla stanza di miss Nannypenny si passa alla camera di Tina Scalia e, attraverso una porta celata nell’armadio, alla stanza di Pip, piccola e austera. Al primo piano è anche esposto il ritratto dell’amatissimo Tuffy-Too il cagnolino di casa che è stato poi sepolto in giardino: il dipinto è firmato da Eleonora Ragusa, il nome che assunse la pittrice giapponese O’Tama Kiyohara al suo arrivo in Italia, quando sposò lo scultore Vincenzo Ragusa. Una piccola parte della storia della famiglia Whitaker che parla anche dell’amore tra Pip e Tina, che rinunciò alla carriera da soprano per vivere con il marito.

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Villa Malfitano fu voluta da proprio Joseph Whitaker – vero nome di Pip – per lui e la moglie, che secondo indiscrezioni dell’epoca era anche storica rivale in società di donna Franca Florio. Una villa da sogno che fu realizzata verso la fine dell’Ottocento, su progetto di Ignazio Greco d’Onofrio, alla periferia Nord-ovest della città. Un vero e proprio gioiello, dove tutto è rimasto come ai tempi dei Whitaker: i dipinti, gli arazzi, i salotti, i mobili intarsiati, le specchiere, le vetrine con preziose collezioni di porcellane. Saloni ricchi di affreschi che si snodano uno dopo l’altro. Poi la stanza da pranzo con i mobili realizzati dalle officine Ducrot e ancora il “fumoir”, locale dedicato ai fumatori e la “Sala d’Estate”, il vero fiore all’occhiello della casa: un salone completamente affrescato, realizzato utilizzando la tecnica del trompe-l’oeil da Ettore De Maria Von Bergler, dove su finte balaustre e finti pergolati si attorcigliano piante e rampicanti che ricoprono l’intera superfice della stanza.

Per informazioni basta mettersi in contatto con la Fondazione Whitaker.

Redazione