La storia della Sicilia è ricca di racconti interessanti e misteriosi. Oggi ricostruiamo le vicende di una città scomparsa, il cui mito ci è stato tramandato da importanti poeti come Teocrito, Virgilio ed Ovidio. Secondo lo storico Diodoro Siculo, Xiphonia fu fondata dai Greci nel VII secolo a.C., con una denominazione che variava e come “Xifonia”, “Scifonia” o “Sifonia”. È certo che, nell’antichità, i poli più importanti dell’area fossero due: uno presso l’odierna Capomulini (l’acroterion) ed un altro fra le contrade di S.Venera al Pozzo e della Reitana. Nel 475 a.C. la zona fu ripopolata da ben 10mila siracusani e ciò comportò tensioni ed attriti con i precedenti abitanti. Un cruento scontro sotto Ducezio costrinse i coloni alla fuga.
Conquistata dai romani, probabilmente intorno al II secolo a.C., la città fu chiamata Akis e citata da Teocrito ed Eschilo. Ovidio e Silio Italico la citarono come “Acis”, mentre Claudiano “Acin”. Durante la seconda guerra punica, Akis assunse un ruolo rilevante per importanza politica ed economica. Lo stesso Silio Italico nel «De Bello Punico» narra di una città presso il fiume Aci alleata dei Romani. Erano famose le sue terme, alimentate da acque sulfuree provenienti dal vulcano Etna. Di sicuro la rocca sulla quale si erge il castello di Aci) fu frequentata durante il periodo della colonizzazione greca e poi della dominazione romana, per la sua posizione strategica, sebbene non si siano conservati resti.
Nei secoli successivi le guerre, i saccheggi e le distruzioni dovute a eruzioni e terremoti costrinsero gli abitanti a spostarsi più a sud. Le informazioni su questo periodo sono abbastanza confuse e della misteriosa Xiphonia e di Akis se ne perse traccia.
La collocazione di Xiphonia nei pressi di Acireale non è certa, ma presunta. Secondo altri Xiphonia ed il porto Xiphonio sarebbero sorte vicino ad Augusta (Siracusa). Nella cittadina del siracusano esistono il capo Xiphonio ed addirittura una via Xifonia. Aki e ki sono suffissi sumerici indicativi di luogo, per cui Aci, di solito accompagnato da una indicazione caratterizzante, potrebbe essere una traccia di insediamenti di genti di provenienza dal Mediterraneo orientale, che hanno abitato le regioni ioniche dell’Italia durante l’età del bronzo o anche prima.
Le colline intorno a Messina, infatti, hanno restituito statuette risalenti al Calcolitico di stile cicladico. Alcuni toponimi conservano “aci” come suffisso. Uno di questi, Curcuraci nei pressi di Messina, è facilmente leggibile: kur (altura), kur-kur (le alture), aki (luogo di).