Sapete perché il quartiere Zia Lisa di Catania si chiama così? Ci troviamo in una posizione strategica della città, un punto nevralgico al limite, che può rappresentarne inizio e fine. Un tempo era ricoperto da floride campagne, mentre oggi è costituito prevalentemente da abitazioni popolari e capannoni malmessi.
Il nome Zia Lisa non è affatto casuale ed è legato a una leggenda, che oggi scopriremo insieme. La protagonista è una bella popolana, di nome Zia Lisa. Era moglie del proprietario di un fondaco, una locanda di basso livello. Insieme al marito, zzu Cicciu Burritta Pilusa, gestiva questa attività al confine di Catania.
Il fondaco di Zia Lisa sarebbe stato collocato all’inizio della strada che porta a Gelso Bianco. Qui c’era un continuo viavai di gente, senza riguardo, a ogni ora di giorno e notte. Ancora oggi, a tal proposito, si usa l’espressione “pari ù fùnnucu d’àzza Lisa”.
Quella locanda veniva gestita come se fosse a tutti gli effetti una zona franca. La donna ebbe diversi amanti e si narra che un brigante tentò addirittura di rapirla per farne la sua compagna. Lei, abilissima nella lama, lo sgozzò senza pietà. A quanto pare, sarebbe anche esistito un mezzo busco settecentesco di marmo, di autore sconosciuto, raffigurante la bella Zia Lisa. Si hanno testimonianze della sua esistenza solo fino agli anni Trenta.
Le altre ipotesi sul nome Zia Lisa
Altre ipotesi sull’origine del toponimo Zia Lisa contemplano l’origine greca Theia Elysia, cioè Divini Elisi, per definire la bellezza della zona, porta di bellissime campagne, oppure l’origine araba Zisa, cioè palazzo maestoso, di cui Zia Lisa sarebbe una storpiatura verbale e popolare, per sottolineare la fine delle campagne e l’inizio della città.