Il nostro viaggio alla scoperta della Sicilia e delle sue aree archeologiche ci porta oggi ad Aidone, in provincia di Enna. Qui si trovano i resti di un’antica città siculo-greca, un tempo centro glorioso. Ancora oggi, caminando nel parco archeologico, si riescono a percepire i fasti di quel passato. Siamo a Morgantina. Questa città siculo-greca si sviluppa su un’altura dei monti Erei: dall’alto domina il fiume Gornalunga e la vallata circostante. La posizione ci fornisce un’idea di quanto potesse essere vitale e bellissima ai tempi del massimo splendore, circondata da un contesto naturalistico affascinante. Avventuriamoci insieme.
La scoperta di questo sito è recente. Sebbene sia uno dei siti archeologici siciliani più importanti, ancora troppi non ne conoscono la storia. Sorge a pochi chilometri da Aidone e fu un antico centro strategico, divenuto rilevante in epoca greca. I resti sono venuti alla luce nel 1955. Da questo sito provengono importantissimi reperti, come la Dea di Morgantina (talora erroneamente chiamata “Venere“). Gli scavi sinora compiuti consentono di seguire lo sviluppo dell’insediamento per un periodo di circa un millennio, dalla preistoria all’epoca romana. L’area più famosa conserva resti dalla metà del V alla fine del I secolo a.C., il periodo di massimo splendore della città.
La città antica sorgeva su un ondulato e allungato pianoro, scosceso ai fianchi e culminante nel monte Cittadella. Il sito controllava una vastissima zona, delimitata dalle Madonie e dall’Etna a nord, dal mar Ionio a est, dagli Erei meridionali a sud e a ovest. Era un passaggio obbligato delle vie di comunicazione tra la costa orientale e l’interno della Sicilia. I reperti storici fanno risalire la fondazione di Morgantina al II Millennio a.C., a opera di popolazioni autoctone, cioè i Siculi, e ceppi italici. Il nome dovrebbe derivare dai Morgeti, un popolo che proveniva dalla penisola italiana. Durante il periodo greco, il centro accrebbe il suo prestigio. Divenne uno dei più importanti centri commerciali dell’entroterra. È l’unica città interna della Sicilia che abbia emesso un tetradramma durante il periodo di Agatocle (317-289 a.C.). La moneta, per il suo alto valore, testimonia una notevole potenza economica. Raggiunse il cultmine nel III secolo a.C., sotto l’influenza di Siracusa. La decadenza, purtroppo, fu veloce: ecco perché.
La decadenza di Morgantina avvenne durante il periodo romano. Nel corso della Seconda Guerra Punica, appoggiò Cartagine, preferendola a Roma. La città venne successivamente distrutta da Ottaviano, che decise di raderla al suolo poiché aveva appoggiato schiavi ribelli ostili all’Imperatore.
Della città ellenistica restano nell’area recintata notevoli resti. Vi sono diversi edifici pubblici, per lo più articolati intorno alla piazza dell’Agorà (ginnasio o “stoà nord”), “stoà orientale” e “occidentale”, il pritaneo, l’ekklesiasterion, il duplice “santuario dell’Agorà”, il granaio pubblico, la “Grande Fornace”, il teatro o koilon e il Macello romano e importanti case di abitazione, riccamente ornate da mosaici. Sono le case “del Capitello dorico”, “del Mosaico di Ganimede”, “della Cisterna ad arco”, “delle Antefisse”, “dei Capitelli tuscanici”, “del Magistrato”, e ancora, la “Casa Fontana” e la “Casa sud-est”. Tra i ritrovamenti più famosi, che si possono vedere appena entrati nel sito, c’è proprio l’Agorà. Si trova sul tracciato della strada principale, su due diversi livelli collegati tra loro da un’ampia scalinata. La stessa scalinata fungeva da schiera di sedili per le assemblee pubbliche. Nella parte superiore vi erano diverse botteghe.
I numerosi reperti della cittadina e del colle di Cittadella (sito su cui fu originariamente fondata Morgantina) sono conservati nel Museo di Aidone. Vi si trovano anche i resti di un villaggio preistorico dell’ Età del bronzo (1800 a.C.), la statua della Dea di Morgantina, gli Acroliti di Demetra e Kore, il Tesoro di Eupolemos e molto altro. Foto: Jos Dielis – Licenza.